Un crocifisso in ogni stanza dell’ospedale: polemica a Chivasso, nel Torinese, dopo che una direttiva formale della Asl locale ha riacceso lo scontro sull’esposizione di simboli religiosi. ““Si comunica che a partire dal 10 giugno e a seguire verranno posizionati presso tutte le stanze di degenza del presidio i Crocefissi. Si raccomanda la massima disponibilità di accesso affinché la Manutenzione possa svolgere in tempi brevi il compito del posizionamento. Si ringrazia per la collaborazione”.![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%20801%20416'%3E%3C/svg%3E)
Il documento è firmato dal direttore del presidio ospedaliero di Chivasso e datato 31 maggio. A denunciare l’accaduto e a pubblicare online sui social la circolare incriminata sono stati alcuni dipendenti della scritture scatenando così subito un acceso dibattito sull’opportunità di una simile scelta.![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%20801%20439'%3E%3C/svg%3E)
“C’è sempre qualcuno più salviniano di Salvini. Chissà se farà mettere anche un rosario appeso ai letti. Al Sant’Anna su 87 stanze, ci sono 21 crocifissi: 14 sono in Oncologia, 7 alla Brest Unit, nessuno in Ostetricia. Nessuno è mai intervenuto a togliere questo simbolo religioso, né ad imporne la collocazione. C’è la massima libertà di espressione, ma è doveroso difendere la laicità degli ospedali”, ha dichiarato ad esempio il ginecologo ed esponente dei Radicali Silvio Viale.
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“Più della laicità, dei decreti regi, delle tante sentenze mai definitive su questa vicenda, ciò che è penoso è questo meccanismo. Bacia il rosario, appendi il crocifisso e, il giorno stesso, magari spiegaci anche che la colpa di questa crisi è di chi scappa dalla guerra e dalla miseria. Non ci rassegneremo a sto schifo, e tanti credenti e non credenti su questo la pensavo allo stesso modo” ha scritto invece Marco Grimaldi, consigliere regionale di Leu.
La Asl si è difesa sostenendo che i crocifissi nelle stanze ci sono da sempre, e che la circolare è arrivata soltanto dopo che alcuni, rotti, sono stati riparati. Il direttore Lorenzo Ardissone ha spiegato: “La colpa è tutta mia, non è una scelta del direttore dell’ospedale di Chivasso. Facendo i lavori alcuni crocefissi si erano rotti e mi pareva che fosse disordinato che in alcune stanze ci fossero e in altre no. Quindi ho chiesto a tutti gli ospedali dell’azienda di fare una verifica”.
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