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Alessia Piperno, l’appello della ragazza arrestata in Iran: “Aiutatemi a uscire da qui”

Apprensione in Italia per la sorte di Alessia Piperno, la ragazza arrestata in Iran durante le violente proteste verificatesi negli ultimi giorni. La giovane si trovava nel Paese asiatico quando sono morte negli scontri anche due sue coetanee, Masha Amini e Hadith Najafi. Alessia con coraggio ha deciso di restare lì a protestare. Ma poi è arrivato l’arresto e il suo drammatico appello dal carcere.

Alessia Piperno arrestata in Iran

“Sono stata arrestata a Teheran. Vi prego, aiutatemi. Sto bene, ma qui ci sono persone che dicono di essere dentro da mesi e senza un motivo, temo di non uscire più, aiutatemi”, questo l’angosciante appello lanciato dalla trentenne di Roma dopo quattro giorni di silenzio forzato. Alessia Piperno teme insomma di non uscire più dal carcere iraniano dove è stata rinchiusa.

“Era contenta, stava aspettando che i suoi amici uscissero dalle loro camere in ostello per andare tutti insieme a festeggiare con un pic nic, dove avrebbe passato la giornata con un amico francese, un polacco e una ragazza iraniana”, racconta il padre della ragazza intervistato dal Corriere della Sera. Poco prima, i genitori di Alessia avevano condiviso un appello sui social network, poi però rimosso.

“Questa ragazza è Alessia Piperno, ed è mia figlia. – hanno scritto vicino alla sua foto – È una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli. Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni Paese che ha visitato. Erano quattro giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30 compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran. Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto. Ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’ Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione”.

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