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Il governo dei condoni: tra sconti e sanatorie, la lotta agli evasori non è mai iniziata davvero

Doveva essere il governo del cambiamento, dello strappo deciso con il passato. Ma almeno su un tema, la lotta all’evasione, l’esecutivo gialloverde sembra aver scelto di procedere all’insegna della continuità. L’Espresso ha infatti anticipato le prossime mosse di Lega e Cinque Stelle parlando di “una pioggia di sanatorie, tagli, agevolazioni e sgravi tributari di ogni tipo. Che ipotecano anche le entrate future. In una clima di condono generale, che oggi si chiama pace fiscale”.

Il maxi decreto fiscale varato dal governo Conte il 23 ottobre 2018 contiene infatti una serie di norme dagli effetti che, secondo la testata, ricordano “le più favolose sanatorie fiscali e previdenziali della prima e seconda Repubblica. In tutta la prima parte del decreto, ogni articolo è un colpo di spugna. In totale, nei vari codicilli delle nuove leggi approvate a fine anno, l’Espresso ha contato 17 forme di condono”.Chi non ha pagato tasse e contributi può mettersi in regola senza nessun aggravio di spesa. Nessuna sanzione, zero interessi. Grazie alla cosiddetta “definizione agevolata” dei verbali della Guardia di Finanza, in particolare, l’evasore può sanare ogni addebito anche se è già stato scoperto, limitandosi a versare le stesse imposte che erano dovute in partenza, quelle pagate normalmente da tutti i cittadini.“Altre norme di favore – incalza l’Espresso – prevedono forti tagli dei debiti fiscali, anche se diventati esecutivi e non contestabili, fino a casi di totale azzeramento, e tempi molto più lunghi di riscossione. Mentre i contribuenti onesti continuano a dover saldare tutto alle scadenze stabilite, i furbi vengono autorizzati a pagare meno e in ritardo”. La testata ha anche evidenziato “la mancanza di un tetto limite: le nuove sanatorie di portata generale non si applicano solo ai cittadini più poveri colpiti dalla crisi, ma anche in casi di evasioni multimilionarie”.

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