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Il maestro di Foligno chiede scusa: “Non lo rifarei, ma volevo solo spiegare la Shoah”

“Chiedo scusa a tutti, non sono un razzista, sono un papà anche io.. Era un esperimento didattico, non lo rifarei più… Volevo far capire agli alunni l’aberrazione del razzismo… Tutti si sono subito indignati, hanno detto in blocco che non era giusto continuare, l’obiettivo l’avevo raggiunto”. Mauro Bocci, 42 anni, è il maestro di Foligno accusato di aver umiliato un alunno di colore mettendolo all’angolo e dicendo: “Guardate quanto è brutto”.

Il docente si difende così sulle pagine del Corriere della Sera e del Messaggero. Prova a dare la sua versione dei fatti e fa mea culpa. Spiega che il gesto era un esperimento nato durante la spiegazione sull’Olocausto. Un esperimento che non rifarebbe. “Si tratta di un metodo inverso: si fa vedere ciò che è sbagliato allo scopo di ingenerare indignazione rispetto a quel fenomeno. Volevo far capire agli alunni l’aberrazione del razzismo. E la loro reazione c’è stata e tutti hanno detto che emarginare una persona è del tutto sbagliato”.Smentisce categoricamente di aver fatto lo stesso esperimento nella classe della sorellina della piccola vittima. E riferisce al quotidiano romano di aver chiesto prima agli alunni se disponibili a fare un esperimento. Quando gli si chiede se l’età degli alunni non costituisse un ostacolo alla riuscita completa del lavoro risponde che “nella reazione hanno dimostrato di comprendere e reagire”.Parlando di reazioni, al Corriere della Sera la madre del bimbo dice che i compagni del piccolo hanno reagito. “Mi è piaciuto — ha detto il ragazzo a sua madre — vedere ragazzini e ragazzine, tutti con la pelle bianca, che si sono alzati e sono venuti vicino a me, si sono messi lì alla finestra e hanno detto al maestro: noi siamo uguali, noi siamo come lui, perciò anche noi ora stiamo qui, fermi, a vedere il mondo là fuori”. Mauro Bocci “sarà sospeso dal servizio in via cautelare” dal Ministero dell’Istruzione, hanno fatto ieri sapere fonti del Miur.

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