Una protesta che ha fatto discutere e indignare l’Italia, quella andata in scena a Torre Maura, nella periferia di Roma. Dove l’arrivo di una settantina di persone rom e sinti in un centro d’accoglienza del posto ha scatenato la rabbia della popolazione, scesa in strada per manifestare. Un’intera borgata a dire no, fino a spingere il Campidoglio al dietrofront e al ricollocamento, iniziato anche se in maniera lenta e graduale. Una bagarre in cui si è alzata anche una voce fuori dal coro.
Commenti di apprezzamento per il coraggio del ragazzo sono arrivati da tutta Italia, compresa la sindaca della città Virginia Raggi. Il padre di Simone, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha però voluto tirare, saggiamente, il freno: “Adesso non facciamogli montare la testa. Qualcuno mi ha già contattato per coinvolgerlo nella politica, ma non vorrei che si creasse il problema opposto. Ho visto che alcuni sindacati gli hanno fatto i cartelli, tipo Simone presidente. Non va strumentalizzato: è bene che abbia visibilità il suo pensiero”.
“La sinistra – ha proseguito – non può accontentarsi dell’eroe di turno. Oggi è Simone, ieri era Mimmo Lucano, l’altro ieri era il consigliere di Rocca di Papa. C’è la persona che scalda gli animi per qualche ora, ma non un vero lavoro di organizzazione. Mio figlio? Ha fatto quelle obiezioni in favore di telecamera, così nessuno poteva fargli niente. Ma in generale sono abbastanza tranquillo”.Roma, indagato per corruzione anche l’assessore Frongia, fedelissimo della Raggi