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“Il Papa mi vuole morto”

“Vuole la mia morte”, “non pensavo arrivasse a questo punto”: il cardinale Giovanni Angelo Becciu, imputato in Vaticano in un processo per la compravendita-truffa di un palazzo al centro di Londra, parla così di Papa Francesco in una chat con amici e famigliari.


Il processo, iniziato il 27 luglio 2021, fu preceduto dalla decisione di Bergoglio, il 24 settembre 2020, di sollevarlo dall’incarico di prefetto della congregazione dei Santi. Al momento di essere eletto Papa, Francesco aveva già trovato Becciu nella posizione di Sostituto agli affari generali, ossia numero due della Segregteria di Stato, e lì lo aveva tenuto fino al 2018, quando lo elevò alla dignità cardinalizia collocandolo alla testa del dicastero responsabile dei processi di beatificazione e canonizzazione. Ma non solo. Prima dell’inizio del processo, Francesco ha anche trasferito i fondi dalla Segreteria di Stato all’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica ed ha modificato l’ordinamento giudiziario vaticano per far sì che anche un cardinale possa essere processato dal tribunale vaticano: prima, anche se rinviati a giudizio, comparivano davanti alla Corte di Cassazione presieduta da un porporato parigrado.

Di recente il Papa ha permesso a Becciu di tornare a frequentare le cerimonie pubbliche come il Concistoro dello scorso agosto.