Continuano le grandi manovre in casa Pd, con le voci che continuano a rincorrersi e i big impegnati nella difficile ricerca di un equilibrio che impedisca ulteriori scissioni interne e porti il partito alle europee nel miglior modo possibile. Il nome che continua a girare è quello di Paolo Gentiloni, considerato la figura perfetta per evitare una guerra fratricida e vestire i panni di candidato unico alla segreteria. Lo scenario alternativo, quello che tutti vogliono evitare, è la polarizzazione Zingaretti-Mirmiti, con quest’ultimo sostenuto dall’ala renziana.
Insomma, la strada che porta a Gentiloni è particolarmente impervia, anche se sembra farsi più dolce di ora in ora. Un ruolo chiave potrebbe giocarlo il segretario uscente Martina, al quale molti chiedono di farsi avanti perché considerato personaggio in grado di fare da collante tra le varie anime del partito e che però potrebbe caldeggiare proprio l’ipotesi del successore di Renzi a Palazzo Chigi. I tempi non sono ancora strettissimi ma gli elettori non sono per niente felici dell’immobilismo dem.
Urge ricostruire, e presto, un’alternativa all’asse gialloverde. Rimboccarsi le macchine e risalire la china dopo una delle più clamorose disfatte elettorali della storia politica italiana. Intanto la commissione Statuto del Pd ha deciso intanto che non ci saranno modifiche alle regole prima del Congresso: niente separazione dunque tra la figura del segretario e quella del candidato premier, come era stato anticipato in questi giorni. Il volto della “bestia”: chi si nasconde davvero dietro i successi di Salvini