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Quirinale, Berlusconi chiude la porta a Draghi: “Premier fino al 2023”

Silvio Berlusconi non risparmia complimenti a Mario Draghi. Ma lo scopo delle sue lodi sperticate sembra essere l’opposto di quello che appare. Il Cavaliere riunisce ad Arcore i coordinatori regionali di Forza Italia, quello nazionale Antonio Tajani, i capigruppo in Parlamento Anna Maria Bernini e Paolo Barelli, insieme a Sestino Giacomoni. Gli argomenti della discussione sono due: il rilancio della coalizione di centrodestra insieme a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, e la strategia da seguire per la scelta del nuovo presidente della Repubblica.

Silvio Berlusconi e Mario Draghi

“Siamo i primi sostenitori del governo Draghi, che proprio noi abbiamo voluto e che sta lavorando bene perché recepisce le nostre idee. Ma sappiamo che l’unità nazionale è una soluzione temporanea e che alle elezioni del 2023 si tornerà alla contrapposizione tradizionale fra centrodestra e centrosinistra”. Così dichiara Berlusconi di fronte ai suoi fedelissimi. “Noi speriamo che Draghi, che deve continuare a governare fino a quella data, possa svolgere una funzione importante anche dopo. – prosegue l’ex premier – Su tutto questo credo non ci siano divergenze serie. Al di là di qualche incomprensione personale che invito caldamente tutti a superare”.

Insomma, secondo Berlusconi, Draghi deve continuare a fare il premier fino alla scadenza naturale della legislatura. Ma, così facendo, perderebbe il treno di febbraio per il Quirinale. “Dobbiamo dedicare i prossimi mesi a riorganizzare Forza Italia sul territorio. – sposta poi il tiro Berlusconi – Dobbiamo prima di tutto essere uniti. Del resto, non abbiamo problemi di linea politica di cui discutere davvero. Forza Italia è parte integrante del centrodestra, un centrodestra che anzi non potrebbe esistere senza di noi”.

“Nell’ambito del centrodestra abbiamo però un ruolo ben distinto da quello dei nostri alleati della destra sovranista. – ci tiene a sottolineare l’ex premier – Un ruolo di centro liberale indispensabile per vincere e soprattutto per governare. Nessuno di noi immagina né di subire l’egemonia dei nostri alleati, che del resto non ce lo hanno mai chiesto. Né, al contrario, di costruire alleanze diverse o alternative, fuori dal centrodestra. Visto che non avrebbero alcuna prospettiva e che non sarebbero coerenti né con la nostra storia, né con le esigenze del Paese”, conclude.

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