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Il piano Von der Leyen: un fondo da 100 milioni per sfidare i colossi stranieri

Un fondo sovrano europeo da 100 miliardi di euro per promuovere il meglio dell’industria Ue contro i rivali americani (Apple, Google e compagnia). Questa la sorpresa che potrebbe essere contenuta nel programma quinquennale della nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, come anticipato dal Financial Times e dal sito Politico.eu.

Un’indiscrezione basata su un documento di 173 pagine che dovrebbe costituire la base per il programma della Commissione presieduta dalla stessa von de Leyen, che prenderà il posto del popolare Jean-Claude Juncker il prossimo 1 novembre. Il fondo, dal nome provvisorio European Future Fund, dovrebbe utilizzare risorse dal bilancio comunitario per raccogliere 100 miliardi di euro di finanziamenti pubblici e privati da investire direttamente nel capitale delle imprese europee.“L’emergere e la leadership di concorrenti privati non-Ue, con mezzi finanziari senza precedenti, ha il potenziale di obliterare le dinamiche innovative e la posizione industriale dell’industria Ue in alcuni settori” dice il documento citato da Politico.eu e dal quotidiano finanziario della City, il Financial Times. Tra i rivali dell’Ue vengono citati i cosiddetti Gafa americani (Google, Apple, Facebook, Amazon) e i cinesi Bat, (Baidu, Alibaba e Tencent), tutte società capaci di dettare l’agenda digitale globale.Questo potrebbe voler dire modificare le attuali regole sulla concorrenza, scelta richiesta a gran forza dalla Francia di Macron e dalla Germania della Merkel ma a cui si oppone il governo liberale e liberista olandese del premier Rutte che non vede di buon occhio la creazione di campioni europei, spesso per creare fusioni tra società tipo la francese Alstom e la tedesca Siemens nel settore ferroviario (bloccata dal commissario Ue Margrethe Vestager) con gravi rischi di riduzione dei soggetti nel mercato e possibili aumenti dei costi per i consumatori.

Il documento contiene altre misure, come un quadro legislativo più semplice per adottare dazi in caso di guerra commerciale da parte degli Stati Uniti, insomma di migliorare la capacità di reagire in tempi rapidi a possibili attacchi commerciali di Trump.

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