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Il ratto delle Sardine: così hanno sfilato la piazza di Bibbiano a Salvini

Uno sgarbo bello e buono, quello messo in atto dalle Sardine nei confronti di Matteo Salvini. Che sicuramente non avrà gradito l’idea di vedersi scippare, come accaduto, la piazza di Bibbiano, dove aveva intenzione di chiudere trionfalmente la sua campagna elettorale in Emilia Romagna. La Lega aveva già preannunciato il suo comizio finale per giovedì 23 gennaio, anticipando anche la presenza sul palco Matteo Salvini e persino della candidata presidente Lucia Borgonzoni, al centro in questi giorni di innumerevoli polemiche. Poi, però, è arrivata la sorpresa. 

I leghisti organizzatori hanno infatti scoperto che quello spazio era stato già richiesto dalle Sardine con un modulo depositato due settimane prima in prefettura e firmato addirittura da Mattia Santori. E così piazza della Repubblica in quel di Bibbiano, luogo simbolo di un caso più più volte sfruttato come arma elettorale dalla Lega nonostante i giudici abbiano molto ridimensionato la vicenda, non ospiterà il Capitano, che pure contava proprio sulla location per chiudere con un colpo a effetto.La Lega sta però provando la strada del ricorso: Gianluca Vinci, avvocato e parlamentare, lo ha scritto sostenendo che i comizi politici non possono essere prenotati due settimane prima, ma soltanto da due a cinque giorni rispetto all’evento. E aggiungendo che le Sardine non sono un movimento politico, quindi non avrebbero diritto alla piazza. Le Sardine reggiane, guidate da Giulia Sarcone e Youness Warhou, informatico 25 enne di origini marocchine, per ora hanno vinto.La palla rimbalza dunque alla prefettura che si riunirà con la questura e prenderà una decisione nelle prossime ore. Le Sardine sperano ancora. I sindaci dell’Unione Val d’Enza hanno detto la loro: “Decideranno le autorità competenti, ma chiediamo buon senso agli organizzatori, ossia a Lega e Sardine. Sarebbe meglio non ci fosse alcun comizio e alcuna manifestazione davanti al municipio di Bibbiano visto il clima che si respira. Chiediamo loro un passo indietro”.

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