Vai al contenuto

Il successo di Autogrill… in aeroporto: i segreti dietro l’exploit del gruppo italiano

Una scommessa vincente quella iniziata tanti anni fa, nel 1967, all’aeroporto Schipol di Amsterdam, dove Autogrill si è insediata proponendo un’offerta culinaria a 360 gradi e diventando oggi un esempio di modello vincente. Attraverso la controllata HMSHost International, il gruppo italiano è presente nello scalo olandese dal 1967 e può contare oltre 70 punti vendita e l’85% dell’offerta food&beverage dello scalo. Brand internazionali e locali creano un mix per cercare di soddisfare ogni esigenza. 

“Il gruppo lavora ogni giorno per perfezionare e incrementare la sua presenza in tutto il mondo. Dall’Asia all’Europa, dall’Oceania al Nord America, gestiamo un vasto portafoglio di brand in grado di incontrare i gusti di tutti i passeggeri” ha spiegato Walter Seib, CEO di HMSHost International. “Al centro di tutto ci sono i clienti e i loro bisogni”.“I passeggeri dell’area Schengen hanno comportamenti diversi rispetto a chi fa un viaggio intercontinentale. Così come spostarsi per lavoro non è come partire per le vacanze. Le nostre offerte sono quindi pensate per rispondere alle esigenze dei consumatori che affollano gli oltre 140 aeroporti in cui siamo presenti. Il nostro punto di forza è la trasparenza: fondamentale per far sentire il cliente a proprio agio in un ambiente sconosciuto con un aeroporto” ha spiegato Ezio Balarini, Chief Marketing Officer di Autogrill.Dall’attenzione per i viaggiatori sono nati numerosi brand ad hoc. Accanto ai nuovi marchi, nello scalo olandese è presente una vasta offerta di noti brand locali, come il tipico La Place, e internazionali. A febbraio 2018, scrive Il Giornale, Autogrill ha esteso la partnership con Leon, catena inglese di ‘Naturally fast food’ con un menù che ruota attorno a ingredienti freschi e biologici.

Immigrati, Salvini dichiara guerra alla Germania: “Chiuderemo gli aeroporti”