Vai al contenuto

Il triste record dei furbetti del vaccino: oltre 2 milioni gli italiani che hanno “saltato la fila”

Un record spaventoso, che fa paura: oltre 2 milioni e 300.000 italiani sono riusciti a vaccinarsi saltanto la fila, eludendo un sistema di priorità che continua a non funzionare. Oltre una dose su 5 delle 12 milioni somministrate è andato a persone non inserite nelle liste di categorie urgenti, un numero che stona con gli allarmi lanciati in queste ore e che sottolineano come gli over 80 sono ancora lontani dall’ottenere il farmaco anti-Covid.

Il triste record dei furbetti del vaccino: oltre 2 milioni gli italiani che hanno "saltato la fila"

Come riportato da Repubblica, in Regioni come la Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Campania e la Toscana il numero di casi nel mirino è alto, con la platea degli operatori sanitari e non sanitari ampliata oltre le indicazioni iniziali, che avevano come oggetto chi è in prima linea negli ospedali nella lotta alla pandemia, e poi dando priorità agli appartenenti ai cosiddetti servizi essenziali. Qui si sono infilati un po’ tutti: magistrati, avvocati, persino dei sacerdoti a Taranto, seminaristi compresi.

Una vicenda che rischia però di avere pesanti ripercussioni, visto che anche la Commissione Antimafia si è attivata per vederci chiaro, aprendo un’istruttoria in merito. Il presidente Nicola Morra ha richiesto gli elenchi dei nominativi dei vaccinati in Sicilia, Calabria, Campania e Valle d’Aosta dove il numero degli iscritti nella categoria “altro” è ben oltre la media nazionale. A Biella sono arrivati già 23 avvisi di garanzia, con dirigenti, avvocati e commercialisti accusati di aver “saltato la fila” per ottenere il vaccino il prima possibile. Una scena che rischia di ripetersi in tante zone d’Italia.

A Oristano è stata aperta un’inchiesta che vede coinvolte 15 persone tra personale medico e infermieristico. Secondo i primi accertamenti condotti dai carabinieri del Nas di Cagliari, avrebbero somministrato dosi di vaccino a persone che in quel momento non ne avevano titolo, scavalcando così gli anziani e le fasce di cittadini fragili. In Umbria e in Puglia, invece, i sospetti si concentrano su presunti caregiver, con i reati che potrebbero essere contestati che spaziano dal falso all’abuso d’ufficio fino al peculato.

Ti potrebbe interessare anche: Dati Covid falsificati in Sicilia, si dimette l’assessore alla Sanità Ruggero Razza