
CITTÀ DEL VATICANO – Un primo, attesissimo contatto che potrebbe segnare una svolta nel dramma ucraino: Papa Leone XIV e il presidente Volodymyr Zelensky hanno parlato al telefono per la prima volta. A rivelarlo è stato lo stesso Zelensky attraverso un messaggio diffuso su Telegram. “Ho parlato con Leone XIV. È stata la nostra prima conversazione, ma molto cordiale e davvero concreta”, ha scritto il presidente, aprendo la porta a un evento che avrebbe un peso storico: una visita apostolica del Papa in Ucraina.
“Un viaggio del Santo Padre darebbe una speranza concreta a tutti i fedeli, a tutto il nostro popolo”, ha dichiarato Zelensky, sottolineando l’importanza simbolica e politica del gesto. I due leader hanno convenuto di restare in contatto e di organizzare un incontro di persona “nel prossimo futuro”.

L’appello per la pace e l’emergenza dei bambini deportati
Nel corso del colloquio, Zelensky ha ringraziato Leone XIV per le sue parole forti e chiare a favore di una “pace giusta e duratura”, sottolineando l’urgenza della liberazione dei prigionieri di guerra e, in particolare, dei bambini ucraini deportati in Russia: “Contiamo sull’aiuto del Vaticano per riportarli a casa”.
Non solo diplomazia, ma anche fatti: il presidente ha informato il Pontefice dell’accordo raggiunto per un cessate il fuoco totale, della durata minima di 30 giorni, già in vigore da oggi. “L’Ucraina vuole davvero porre fine alla guerra”, ha ribadito Zelensky, rilanciando la disponibilità a nuovi negoziati, anche diretti. Un appello forte a Mosca: “Ora tocca alla Russia fare la sua parte”.

Standing ovation per Leone XIV: “Giornalisti, siate operatori di pace!”
Ma la giornata è stata intensa anche sul fronte vaticano. Nell’Aula Paolo VI, il nuovo Papa è stato accolto da un lungo e sentito applauso da parte dei giornalisti accreditati per il Conclave. Leone XIV si è rivolto ai media internazionali con parole che non lasciano spazio a interpretazioni: “Diciamo no alla guerra delle parole e delle immagini. Dobbiamo respingere il paradigma della guerra”.
Invitando gli operatori dell’informazione a cercare la verità “con amore” e senza aggressività, il Pontefice ha richiamato il “Discorso della Montagna” di Gesù e ha lanciato un appello accorato: “La pace comincia da ciascuno di noi, da come guardiamo, ascoltiamo e parliamo degli altri”.

Difesa della libertà di stampa: “Liberate i giornalisti incarcerati”
Il momento più toccante è arrivato quando Leone XIV ha rivolto un pensiero ai giornalisti detenuti per aver svolto il proprio lavoro, strappando un applauso sentito dalla platea: “La Chiesa è al fianco di chi ha pagato con la prigione o con la vita la ricerca della verità. Chiediamo la loro liberazione”.
Il Pontefice ha concluso ribadendo che “solo i popoli informati possono compiere scelte libere”, e che la libertà di stampa è un bene da custodire con coraggio e responsabilità. Una dichiarazione forte, che suona come un messaggio alla comunità internazionale: la libertà d’informazione è, oggi più che mai, un fronte da difendere.