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Il virus cambia per sempre l’Europa, Conte chiede “misure straordinarie per salvare l’economia”

Una crisi straordinaria, senza precedenti. Per affrontarla, sarà necessario ricorrere a mezzi straordinari. A dirlo è il premier Conte, che ha parlato della logica del “whatever it takes”: “Nessuno si illuda che ci potrà essere un Paese membro che potrà rimanere indenne da questo tsunami economico-sociale e ha invitato a considerare che il ritardo nella risposta comune sarebbe letale e per questo irresponsabile. Dobbiamo assicurare ai nostri cittadini le cure mediche necessarie e la protezione sociale ed economica di cui hanno bisogno. Non ci sono alternative”.

Tra gli strumenti possibili suggeriti da Conte per far fronte all’emergenza ci sono i ‘coronavirus bond’ o un fondo di garanzia europeo in modo da finanziare con urgenza tutte le iniziative dei singoli governi per proteggere le proprie economie. “Se procederemo divisi la risposta sarà inefficace e questo ci renderà deboli ed esposti alle reazioni dei mercati”. Parole arrivate mentre il decreto ‘Cura Italia’ veniva bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato ed inviato al Quirinale per la firma del presidente della Repubblica, inserito in un’edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale arrivata in serata.Il vertice Ue ha appoggiato il lavoro dell’Eurogruppo e le misure socio-economiche della Commissione, chiedendo ai ministri dell’Economia di monitorare la situazione e di adattare la risposta alla situazione in rapido cambiamento. “Faremo ‘Whatever it takes’ per ristabilire la fiducia e sostenere la ripresa rapidamente” è stata la chiosa del presidente del Consiglio Ue Charles Michel. I leader dei 27 hanno dato luce verde alla proposta della Commissione europea di introdurre una restrizione temporanea per tutti i viaggi non essenziali verso l’Ue, per un periodo di 30 giorni, per far fronte al coronavirus. Misure che gli Stati attueranno in maniera coordinata.“Le guerre commerciali sono come le epidemie – ha detto Domenico Arcuri, nuovo commissario all’emergenza coronavirus, a DiMartedì su La7 – Tutti i Paesi devono attrezzare prima possibile un’industria nazionale. Come nelle guerre e nelle epidemie dobbiamo produrre prima possibile quello che ci serve: stiamo riconvertendo i sistemi produttivi, importando industrie che ora sono localizzate altrove. La solidarietà del nostro sistema mi inorgoglisce e rassicura. I cittadini capiscano che devono aiutarci a evitare i contagi a costo di qualsiasi sacrificio”.

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