Vai al contenuto

Ilaria Capua, la virologa alla quale l’Italia non ha mai chiesto scusa

Ne hanno parlato tutti in questi giorni, attribuendole il titolo di virologa italiana più importante in mezzo a tante voci che ogni giorno si levano sul coronavirus, a volte anche contrastanti. Lei, Ilaria Capua, non è un volto sconosciuto a chi segue la politica, voluta da Mario Monti in Parlamento ed eletta nel 2013. Nel corso di una lunga intervista all’Ansa, ha cercato di fare chiarezza sulla malattia che spaventa gli italiani, spiegando dove è nata e come si è diffusa. Tranquillizzandoci anche sul fatto che non siamo noi italiani, checché ne dicano oltre i confini, gli untori.

Ilaria Capua vive in Florida, dove è direttrice di un dipartimento universitario, ed è stata inserita tra i 50 studiosi più importanti del mondo. Quello che pochi ricordano, però, è che quella che oggi viene definita una nostra eccellenza era stata costretta a lasciare lo Stivale dopo essere rimasta vittima di un vero e proprio linciaggio dal punto di vista mediatico, costretta a dimettersi dal suo ruolo di parlamentare dopo essere finita al centro di un’indagine che la accusava di corruzione e diffusione di epidemia, reato per il quale è previsto anche il carcere a vita.L’ipotesi era che, d’intesa con alcune aziende farmaceutiche, la Capua avesse creato e diffuso dei virus per poi vendere i vaccini pronti per curarli. Le carte erano rimaste ferme per anni nel cassetto di un magistrato, per poi essere scoperte dalla stampa, lanciate dall’Espresso e diventate di dominio pubblico. La Capua a quel punto si era dimessa per difendersi, con successo: spostato a Verona, il processo l’aveva infatti vista uscire alla fine completamente assolta, senza però riuscire a riabilitare completamente il suo nome, che in tanti continuavano a quella vicenda risultata alla fine falsa, inventata.Oggi l’Italia ha riscoperto di colpo la figura di quella dottoressa, che ci ha raccontato come il virus abbia seguito “tre vie per diffondersi nel resto del mondo: una diretta in Europa, una verso gli Stati Uniti e la terza verso Sud, verso Corea e Australia”. E spiegando poi: “Questo virus continuerà a circolare nella popolazione camuffandosi da influenza o virus respitarorio. La stragrande maggioranza delle persone non se ne accorgerà, alcuni ne risentiranno, e per pochi altri avremo forme gravi. Sono però cautamente ottimista che questo sia lo scenario più probabile”.

I bambini della zona rossa ai carabinieri: “Per favore, stateci vicino”