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Inchieste fondi Lega portano tutte allo stesso indirizzo: chi e cosa c’è dietro la rete

Ci sono due inchieste per i conti della Lega. Entrambe portano allo stesso indirizzo: via Angelo Maj 24, Bergamo. Cosa c’è qui? C’è lo studio dei commercialisti Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, con il deputato Giulio Centemero “tesorieri” del part ito. La Finanza lo ha perquisito ieri mattina, più o meno nelle stesse ore in cui il ministro Matteo Salvini rispondeva ai giornalisti: “Non c’è nulla da trovare né da cercare. Spero facciano in fretta”. Da un lato c’è il fronte sul presunto riciclaggio di parte dei 49 milioni frutto della truffa ai danni dello Stato su rimborsi elettorali non dovuti…

Soldi spariti e sequestrati per equivalente, con il Carroccio dai conti in rosso che dovrà restituirli a rate in 76 anni. Ma spariti dove? E come? Il procuratore aggiunto di Genova Francesco Pinto e il sostituto Paola Calleri sembrano concentrati su un’ipotesi in particolare. E cioè che il denaro sia stato trasferito su alcune fiduciarie con l’obiettivo di preservarlo e che dietro all’operazione ci siano i due commercialisti “amici fraterni” di Centemero (così li definisce lui) e con incarichi alla Camera e al Senato.

La Guardia di Finanza di Genova ha perquisito i lori studi (Bergamo e Clusone) e tutti i domicili legati alle società finite sotto la lente. Dagli atti emergerebbe un coinvolgimento della Arc Asset management, riconducibile all’Arc group del manager bergamasco Angelo Lazzari, in un passaggio di denaro sospetto: 3 milioni trasferiti a gennaio, due mesi dopo la confisca dei soldi confermata dal tribunale del Riesame e a 6o giorni dalle elezioni del 4 marzo, dalla Pharus Lux Sa, fiduciaria bancaria del Lussemburgo, alla Sparkasse di Bolzano.

Un’operazione che ha destato l’attenzione degli inquirenti perché del gruppo Arc fa parte anche la Arc Advisor Company, che attraverso la Prima Fiduciaria e altre due società sempre legate a Lazzari porta alla Seven Srl, altra fiduciaria che detiene il 100% di sette società tutte con sede in via Maj 24. Un castello che scherma i veri titolari di una parte dei capitali nello studio dei commercialisti della Lega e con al centro il manager dei 3 milioni segnalati (dalla stessa Pharus) come sospetti. 

Per ora squilla a vuoto il telefono di Centemero. È il suo nome che la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati, l’estate scorsa, per finanziamento illecito ai partiti. È l’altro fronte che conduce in via Maj con le carte passate in questi giorni alla Procura di Bergamo, che a sua volta ha aperto un fascicolo per la stessa ipotesi di reato, ma allo stato a carico di ignoti.

Al centro ci sono i 250 mila euro erogati dal costruttore Luca Parnasi all’associazione “Più voci”, che ha sede nello studio dei due commercialisti, fondatori insieme al deputato lecchese. Lui ne è il presidente. La vicenda era emersa dopo l’arresto di Parnasi per il presunto giro di mazzette attorno al progetto del nuovo stadio della Roma. 200mila euro del costruttore capitolino Luca Parnasi, 50mila ricevuti da Esselunga, oltre ad altri 30mila da una trentina di finanziatori.

 

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