Vai al contenuto

Renzi indagato insieme a Lucio Presta: l’ex premier sbotta e si difende in diretta Facebook

Nuovi guai per Matteo Renzi che risulta indagato dalla procura di Roma, insieme al manager dei vip Lucio Presta, per finanziamento illecito ai partiti. La vicenda riguarda il documentario su Firenze, “Firenze secondo me”, che Renzi, con la casa di produzione Arcobaleno 3 della famiglia Presta (l’amministratore è Niccolò, figlio di Lucio, anche lui indagato), ha realizzato. Come ricostruisce Repubblica, il documentario andò in onda “su Discovery Channel con scarsissimi risultati di pubblico: il 2 per cento. Per i Presta non era stato un buon affare, visto che Discovery aveva pagato appena 20mila euro. Per Renzi sì che aveva intascato 454 mila euro per il documentario”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ora la procura di Roma e gli uomini del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza ipotizzano che, dietro il cachet per quel documentario, ci sia in realtà altro: “Un finanziamento illecito al Renzi politico, appunto, essendo la cifra troppo alta. E una serie di reati fiscali contestati ai Presta per ‘prestazioni mai effettuate’: in questa maniera, infatti, avrebbero frodato l’Iva”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nei giorni scorsi i finanzieri hanno effettuato una perquisizione a casa dei due Presta, nella società Arcobaleno sequestrando alcuni documenti che potrebbero essere utili alle indagini. Scrive ancora Repubblica: “L’indagine è partita da una segnalazione della Uif, l’Antiriciclaggio di Bankitalia, del dicembre del 2019. Parte di quel denaro, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, sarebbe servito a Renzi per ripagare il prestito di 700mila euro che aveva ricevuto dalla signora Anna Picchioni, vedova dell’imprenditore Egiziano Maestrelli, per comprare la villa di Firenze (1 milione e 350mila euro per 285 metri quadrati) dove oggi l’ex premier vive”. (Continua a leggere dopo la foto)

E in una diretta facebook Matteo Renzi ha replicato: “Questo avviso di garanzia non so in cosa possa sostanziarsi. Tutte le mie attività sono lecite e legittime. Quando arriveranno gli atti, e non i tweet dei giornalisti, potremo confrontarci. Non ho nulla da nascondere, buon lavoro ai magistrati”. E ancora: “Qualcuno forse pensa che possa fermarmi di fronte a questo, che io possa perdere il buonumore e innervosirmi. Ma chi mi conosce sa che io vado controcorrente, non ho paura di andare contro tutto e tutti anche per cambiare un governo. Figuriamoci se possono farmi paura con un avviso di garanzia. Ci sono casualità che si ripetono. L’altra volta, quando presentai il mio libro, furono arrestati mio padre e mia madre. Stavolta si sono limitati ad un avviso di garanzia. Verrebbe da ridere di fronte a tutto questo ma non c’è niente da ridere. Quindi vado avanti con più decisione di prima”.

Ti potrebbe interessare anche: Il manifesto sovranista firmato Salvini-Meloni? Un distillato di estremismi