Un’arma che spaventa la Nato e la cui progettazione risale in realtà al passato, con una genesi travagliata e un risultato finale che però, oggi, fa paura. Il progetto del cosiddetto sistema Iskander M, noto anche con il nome in codice 9K720, è infatti iniziato alla fine degli anni ’70, con la costruzione materiale che ha preso il via nel 1988 sotto la direzione della KB Mashinostroyeniya e che però si è trovata a fare improvvisamente i conti con la fine dell’Unione Sovietica. Una rivoluzione nello scacchiere geopolitico che però, nonostante i ritardi, non impedì di effettuare i primi test con successo sul finire degli anni ’90.
Le fonti statunitensi sostengono che alcuni missili dell’arsenale russo violerebbero proprio questo tipo di regolamento, arrivando a una gittata massima superiore ai 500 chilometri (alcune fonti riportano 5mila). Il mondo ha scoperto per la prima volta l’Iskander M, dotato di falsi bersagli e soprattutto di una elevatissima manovrabilità, quando la Russia lo ha impiegato a Kalinigrad nell’ottobre del 2016 e poi in Siria nel 2017. L’Iskander è stato esportato anche in Armenia e Algeria e altri Paesi come Iran, Siria e Eau hanno dimostrato interesse verso il sistema ma non ne è mai stato confermato l’acquisto.