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La bizzarra vita di Salvini: passa all’opposizione ma “detta” la legge di Bilancio

A vederlo così, da lontano, sembrerebbe che Matteo Salvini sia al governo, quello gialloverde con i vari Toninelli, Tria e compagnia cantante. Scende in strada, raduna le masse. E promette, illustra il suo programma, spiega nel dettaglio una legge di Bilancio complicata ma non per questo necessariamente gravosa per le tasche dei cittadini. Tutto bello, tutto giusto. Viene però spontaneo chiedersi: perché farlo ora, dopo aver consapevolmente deciso di passare all’opposizione?

Un po’ facilino, questo giochino salviniano che segue la “crisi del Papeete”. Ultima in ordine cronologico l’uscita ai microfoni di Radio 24, l’ennesima. Dove il Capitano ha parlato di flat tax, pace fiscale, blocco dell’Iva. Tutti punti da inserire nella manovra economica. L’abolizione della accise promessa in campagna elettorale? “No, quella non ora”. Ok. Peccato che Salvini certe promesse non possa mantenerle, visto che non spetterà a lui farsi carico della stesura del delicato documento. Per sua scelta, bene ribadirlo ancora. Si potrebbe anche chiedere a Salvini, già che ci siamo, come mai la flat tax non sia stata fatta a tempo debito, quando la Lega era ancora parte della maggioranza. E domandare il motivo per cui proprio l’avvicinarsi dei giorni in rosso sul calendario, quelli da dedicare alla stesura della Legge di Bilancio, abbia spinto il Carroccio alla corsa alla crisi, riuscitissima peraltro. Coincidenze? Io non credo, direbbe Adam Kadmon, immaginario e viralissimo protagonista della trasmissione Mistero. E poi, a voler essere proprio pignoli. Perché oggi Salvini promette intransigenza rispetto a un’Europa che non dovrebbe poter imporre i propri dettami, promettendo il ricorso al deficit per le copertura della sua “manovra immaginaria”, e quando era al governo aveva invece accettato, al pari del dirimpettaio Di Maio, il compromesso con Bruxelles? Ah, quanto sarebbe bello saperlo…

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