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La candidata Fdi: “Lo stato non paghi le bare dei migranti morti a Lampedusa”

Una polemica esplosa velocissima in rete, quella che ha visto al centro della bufera Francesca Lorenzi. Candidata consigliera comunale a Firenze con Fratelli d’Italia (non è stata eletta anche se è arrivata seconda per numero di preferenze nel suo partito e ha sfiorato l’elezione), si è avventurata in uno status su Facebook in cui ha criticato le bare per i morti al largo di Lampedusa nell’ultimo naufragio che ha causato (finora) 13 morti oltre a 17 dispersi.

“Sicuramente mi attaccherete in tanti ma lo sapete come sono fatta, ciò che penso dico… Ho visto al tg le immagini di coloro che sono morti al largo di Lampedusa. poi ho visto tutte le bare in fila e mi sono domandata chi avesse pagato quelle bare e quei funerali…”. Questo il testo del messaggio, subito condiviso e messo nel mirino da tanti utenti inviperiti.Difficile, d’altronde, immaginare che un tale sfoggio di cinismo sarebbe passato inosservato. La Lorenzi ha aggiunto: “Venale? Cinica? No, realista dal momento che ci sono famiglie italiane che non possono permettersi 4 o 5mila euro, minimo, per accompagnare il proprio caro al cimitero… E adesso attaccatemi pure ma chi ci è passato può capire di cosa parlo…”. Evidentemente, però, la diretta interessata deve aver capito di aver esagerato, visto che nel giro di poco ecco il suo profilo diventare irraggiungibile. Al suo posto, ne era stato aperto uno nuovo di zecca.Una polemica doppiamente sterile, tra l’altro. Al di là di ogni discorso, pure sacrosanto, morale. Perché  i funerali di povertà sono gratuiti: “Il Comune stanzia una cifra fissa all’anno con la quale pagare il funerale ai poveri. A differenza dei cosiddetti funerali di povertà, per i funerali sociali il Comune chiede di praticare uno sconto del 50% perché i soggetti sono seguiti dai servizi sociali e si trovano in condizioni di particolare difficoltà. In seguito, la restante somma (circa mille euro) viene pagata dai parenti del defunto, quando sono in grado di farlo, o – come più spesso avviene – dal Comune”.

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