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La cautela di Palazzo Chigi: Draghi teme trappole al tavolo per un patto di unità nazionale

A guidare le mosse di Palazzo Chigi, in questi giorni, è una parola su tutte: cautela. La proposta di Enrico Letta di un tavolo al quale far sedere tutte le forze della maggioranza per un nuovo patto che serva a ricompattare i partiti non dispiace affatto a Draghi, da sempre favorevole al dialogo. Ma le preoccupazioni e le perplessità non mancano, nella consapevolezza che qualcuno potrebbe anche aver iniziato a giocare sporco, cominciando a disseminare qualche trappola alle proprie spalle.

E così, come rivelato dal Corriere della Sera, Draghi in questi giorni è orientato all’attesa, osservando i partiti per capire come intendono muoversi. Consapevole del fatto che, comunque, le attenzioni dei leader si stanno già concentrando sul fronte Quirinale, con l’elezione del successore di Mattarella che si fa sempre più vicina. L’adesione fredda di Giuseppe Conte e Matteo Renzi alla proposta di Letta è suonata come la conferma del fatto che ognuno, ormai, sta già seguendo il proprio, personalissimo piano d’azione.

La paura è che per far cadere il governo Draghi si stiano già attivando strane alleanze: Renzi è stato più volte in sintonia con il blocco di centrodestra, mentre tra i Cinque Stelle e la Lega sono riaffiorati di colpo segnali d’intesa. L’idea di un patto tra leader, quindi, potrebbe rivelarsi un tranello, pensato per accelerare la fine dell’esecutivo e il ritorno al voto.

Consapevole dei timori di Palazzo Chigi, Letta ha promesso di gestire la riunione “con senso di responsabilità, con la massima delicatezza e senza coinvolgere il premier”. Parole che, però, non sono bastate a rasserenare Draghi, che teme di finire travolto dai giochi per il Colle.

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