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La chat che inguaia la Lega: Salvini e il suo tesoriere a cena con Parnasi

Un intreccio di cene e pranzi privati tra personaggi illustri e circoli esclusivi, un microcosmo dove interessi privati e di partito si intrecciano costantemente. Il tutto con l’ombra del finanziamento illecito, la spada di Damocle sulla testa di una Lega che ora inizia a preoccuparsi. A rivelare quanto accaduto dietro le quinte del Carroccio è l’Espresso, che ha anche pubblicato stralci di una conversazione avvenuta in chat tra il tesoriere della Lega, Giulio Centemero, e l’imprenditore Luca Parnasi.

Nell’inchiesta di Giovanni Tizian, gli stralci delle chat tra il tesoriere del Carroccio e il costruttore romano. “Per Iban et similia facciamo de visu o vuoi tutto in anticipo?” avrebbe chiesto a un certo punto Centemero a Parnasi su Telegram, social al quale i due facevano ricorso perché assicura meno tracciabilità nelle comunicazioni. Ma dalle chat non emergerebbero solo relazioni di potere e passaggi di soldi, ma anche, secondo gli inquirenti, finanziamenti illeciti.Il leader della Lega, si legge ancora su l’Espresso, Matteo Salvini ha dichiarato di aver conosciuto Parnasi e di averlo incontrato quando era andato allo stadio insieme a lui. Ma ci sarebbe di più, ed emergerebbe proprio da quelle chat: Salvini sarebbe stato a cena da Parnasi insieme al suo numero due, Giancarlo Giorgetti, tre mesi prima delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, nel periodo natalizio.“Ciao Luca, volevo ringraziarti molto per la cena, hai messo al tavolo delle persone di valore e sono contento Matteo ci si sia confrontato” si legge nella chat tra il tesoriere e il costruttore romano. I due si conoscevano eccome, quindi. E quella non sarebbe stata l’unica occasione di incontro: i leader leghisti e Parnasi si sarebbero visti già due anni prima, nel 2016, a una cena di gala. “Una cena di foundraising (sic!) Nessuna domanda sarà illecita, unica regola è farla in pubblico e condividerla… io lo chiamo fight club” avrebbe detto Centemero.

Centemero è accusato di aver preso donazioni illecite dal costruttore Luca Parnasi attraverso l’associazione Più Voci, mentre i bilanci ufficiali della Lega erano già sotto i riflettori e al centro della richiesta di restituzione dei 49 milioni di rimborsi elettorali dell’era Belsito.

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