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La fine di Fratelli d’Italia, il partito privato di Giorgia Meloni

Per una Sparta che ride c’è spesso un’Atene che invece non se la passa per niente bene. Non fa eccezione il centrodestra italiano, sempre più “Salvinicentrico” e che sta ragionando proprio in queste ore sull’ipotesi di andare a breve alle elezioni, con la Lega pronta nel giro di un mesetto a rompere con i Cinque Stelle per affrontare nuovamente il giudizio delle urne. Forte, ovviamente, di sondaggi che vedono il Carroccio crescere giorno dopo giorno, mente Forza Italia è relegata a un ruolo di secondo piano. Nella galassia di destra, i meno felici di tutti sono però gli esponenti di Fratelli d’Italia. Le stime vogliono infatti il partito di Giorgia Meloni in calo, con il rischio di non raggiungere il quorum alle elezioni europee del 2019. La prossima Assemblea Nazionale del partito fissata per il 23 settembre si carica così di significati molto profondi.

Il parallelo tra Lega e Fratelli D’Italia appare davvero impietoso, considerando quanto accaduto negli ultimi anni. Salvini ha saputo guidare il suo partito fuori dall’era Bossi, avviando un percorso di rottura col passato e rinnovamento che ha dato frutti straordinari. Sull’altro fronte, invece, un simile cammino non è mai iniziato. Come scrive Destra.it, ecco allora arrivato il momento di decidere se tentare il tutto per tutto cambiando la classe dirigente o rimanere immutati e rischiare una figuraccia alle prossime tornate elettorali dalle conseguenze potenzialmente devastanti.Gli elettori contestano in particolar modo a Giorgia Meloni l’assenza di una strategia valida e credibile a livello nazionale, soffocata dall’identità troppo romana di un soggetto politico che fatica a farsi apprezzare al di fuori del Grande Raccordo Anulare. Un “partito privato”, come è stato definito da chi vorrebbe una svolta imminente. Un banco di prova importante, prima di arrivare alle europee, saranno le elezioni in diverse regioni italiane. Lì si capirà se Fratelli d’Italia è quanto meno in grado di intercettare il malcontento di chi non ha apprezzato la scelta di Salvini di andare al governo insieme ai Cinque Stelle. Il rischio, in caso contrario, è che fra qualche mese il partito viva una resa dei conti dolorosa e forse definitiva.