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Selvaggia Lucarelli a Piazzapulita: “Caccia nauseabonda al giornalista filo Putin”

Selvaggia Lucarelli torna ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita dopo qualche settimana di assenza. E la giornalista si presenta in gran forma, puntando il dito contro quella che definisce senza mezzi termini la “caccia nauseabonda al giornalista filo Putin” partita in Italia. La Lucarelli paragona questo metodo di censura simile a quello praticato da Matteo Salvini durante la sua carriera politica.

Selvaggia Lucarelli a Piazzapulita

“Trovo che la comunicazione del governo ucraino miri a rimuovere il concetto di paura e a rendere il coraggio ucraino un brand, promuovendo la guerra come se fosse qualcosa di glamour. C’è una caccia al giornalista filo-putiniano che è nauseabonda”, denuncia Selvaggia Lucarelli. “Sai che dopo stasera ti daranno della filo russa o della putiniana perché questi sono concetti un po’ rischiosi da esporre”, osserva allora Formigli.

“Già è tanto che non mi diano della no vax, in questo sono un po’ spiazzante. – chiosa con ironia la Lucarelli – Basta molto poco in questa fase storica per passare da filo putiniana. Cioè, se non romanticizzi la guerra sei filo putiniano. Se provi a dire qualcosa senza premettere che c’è un invaso e c’è un invasore, immediatamente sei uno che giustifica. Non puoi dire neanche un ‘ma’ per spostarti su un altro piano di realtà perché così stai giustificando la guerra. Non puoi cercare di capire quando è nata questa guerra, quindi non puoi andare indietro perché stai giustificando l’aggressore”, si sfoga la giornalista.

“Sono venuta qui in un clima intimidatorio che non ho mai trovato prima nella mia vita. C’è questa caccia al giornalista filo Putin che francamente è nauseabonda. – denuncia ancora Selvaggia Lucarelli – Io sto vedendo giornalisti che passano la giornata a partorire 50-60 tweet riportando i virgolettati di Orsini o di Montanari. Roba che non ha neanche a che fare con il maccartismo ma con la psichiatria. Tra l’altro questo è un metodo che era molto caro a Matteo Salvini. Che è quello di non controbattere sulla sostanza, ma di delegittimare quello che loro ritengono che sia l’avversario”, conclude.

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