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Una casa tutta al maschile: Christian e Carlo papà gay di due gemelli, “Siamo una famiglia normale”

Unioni civili e diritti degli omosessuali. Se ne sente parlare sempre più spesso, ma i passi in avanti da fare su questi temi sono ancora tanti. Tra le problematiche più attuali c’è il diritto di adozione per le coppie gay: spesso infatti a causa di tanti pregiudizi ancora radicati nella società, è solito pensare che l’amore per un figlio può risiedere solo nelle famiglie fatte da una mamma, donna, e un papà, uomo, e si dimentica che spesso il desiderio di avere un bambino va ben oltre il proprio orientamento sessuale. Come la storia di Christian e Carlo, coppia gay e genitori di due gemelli. Sono volati a Las Vegas per far nascere Seba e Julian, che oggi hanno quasi due anni. Dopo qualche disavventura, sono finalmente diventati cittadini sia americani sia italiani. Julian e Sebastian, infatti, sono nati a Las Vegas attraverso una maternità surrogata per volontà dei loro due papà, Christian e Carlo, che li hanno desiderati con tutte le energie. Il loro è senza dubbio un nucleo familiare insolito: due gemelli eterozigoti con due papà diversi. Julian e Sebastian, infatti, hanno il corredo genetico della donatrice degli ovuli e poi ognuno ha i geni di uno dei due papà.

Un atto d’amore
Carlo Tumino, 34 anni, originario di Siracusa, è il papà di Sebastian e Julian, due splendidi gemelli eterozigoti di quasi due anni. Sono nati a Las Vegas ed hanno la doppia cittadinanza. Christian De Florio ha invece 43 anni ed è amministratore di una società di Milano che si occupa della gestione e dell’erogazione di servizi integrati: anche lui è il papà di Seba e Julian. Due mondi apparentemente inconciliabili che si incontrano per la prima volta su una spiaggia romagnola, dove scatta il colpo di fulmine. Dopo un periodo di convivenza a Milano, a giugno 2017 la coppia si unisce civilmente. Un iter classico che affronta ogni coppia etero sessuale, con tutte le luci e le ombre del caso, e come spesso accade dopo il matrimonio, il desiderio di consolidare la famiglia con l’arrivo di un bambino arriva prepotente. “In Italia non è possibile neanche l’adozione, così siamo dovuti andare oltreoceano” – racconta Christian in un intervista a Fanpage. “Quando ci siamo innamorati ci siamo detti le cose per noi più importanti, e tra queste c’era anche l’esigenza di diventare papà”. Un’esigenza che accomuna praticamente tutte le persone desiderose di mettere su famiglia. Tramite un’agenzia, sono così arrivati a conoscere Krista, quella che poi è diventata la madre surrogata dei piccoli. “Negli Stati Uniti la maternità surrogata coinvolge, oltre ai genitori intenzionali, anche due donne –spiega Carlo-: una donatrice di ovulo e poi la belly mommy, appunto la madre surrogata”.Con lei, dopo il parto, si è venuto a creare un legame così forte da renderla parte integrante della loro famiglia allargata, tant’è che le feste natalizie le trascorreranno proprio dall’altra parte dell’Atlantico. “Ci sentiamo tutti i giorni, fa parte della nostra vita” assicura Christian. E questo dimostra, come ci tengono a precisare entrambi, che in America le donne che decidono di donarsi in questo modo non lo fanno per soldi. Devono aver avuto già dei figli, non essere in difficoltà economiche, devono superare diversi test psicologici e dimostrare che il loro è un gesto completamente disinteressato da altri vantaggi personali che ne potrebbero trarre. “Facendo una scrematura rimangono solo donne che veramente lo fanno perché eticamente vogliono dare un dono di famiglia a persone che purtroppo non se lo possono permettere” sottolinea Christian, aggiungendo: “Non sarebbe carino dare delle cifre, ma diciamo che si tratta di una spesa simile a quella per l’acquisto di un monolocale alla periferia di Milano. C’è chi decide di fare una vita di viaggi o comprare qualcosa, noi abbiamo scelto di avere una famiglia”.Il blog Papà per scelta
Christian e Carlo hanno scelto di iniziare un piccolo progetto di sensibilizzazione. Hanno così aperto Papà per scelta, un blog sulla genitorialità al maschile e diventato da poco anche un libro. Qui alternano toni più emotivi a toni scherzosi per raccontare la quotidianità dell’essere papà, indipendentemente dal tipo di famiglia. Sulla possibilità di esporre mediaticamente i bambini, Christian era molto timoroso all’inizio, ma poi si è lasciato conquistare dall’idea. Il blog prima di tutto intende “dimostrare che le nostre paure, perplessità, gioie e dolori, sono uguali a quelle degli altri papà. Vorremmo che la paternità diventasse un concetto più neutrale”. Attraverso la loro realtà, la coppia vuole dimostrare che anche due uomini, così come due donne, un uomo o una donna singola, possono crescere tranquillissimamente un bambino. “Vorremmo che le persone capissero veramente che poi in realtà non siamo così diversi”.

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