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Vittima di pedofilia: “Ratzinger dice bugie, coprì il mio stupratore”

La lettera di scuse scritta da Joseph Ratzinger non basta a chiudere la polemica sugli abusi avvenuti nel corso di decenni nella diocesi di Monaco di Baviera e nella Chiesa tedesca. Il Papa emerito Benedetto XVI si è scusato per quanto accaduto, ammettendo anche le sue responsabilità. Ma c’è chi, come una delle vittime degli abusi, non crede alle sue parole e lo accusa di essere un bugiardo che avrebbe coperto il suo stupratore.

Joseph Ratzinger

“Posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono. – Ratzinger chiede così scusa alle vittime di pedofilia nella Chiesa tedesca – Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso”, conclude il Papa emerito.

Ma il contenuto della missiva del 94enne Ratzinger, come appena accennato, non basta a placare l’ira di una delle vittime. “Dice bugie, coprì il mio stupratore. Lo denuncio per violazione dei diritti umani”, questa la pesantissima accusa nei suoi confronti lanciata da Wilfried Fessermann nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica.

Fessermann è considerato l’uomo che, con le sue rivelazioni, ha contribuito ad alzare il velo sul problema della pedofilia nella Chiesa tedesca. “Sono convinto che nel 2013 (Ratzinger) si è dimesso perché erano iniziate le indagini. Quello della Chiesa è un sistema. Nel 2006 denunciai i casi e mi trovai la polizia a casa”, denuncia ancora. Ma secondo il suo segretario particolare, Georg Gänswein, Benedetto XVI “non era a conoscenza né del fatto che il sacerdote X fosse un abusatore. Né che fosse inserito nell’attività pastorale. La perizia non fornisce alcuna prova in senso contrario”.

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