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La Lega è spaccata in due: spuntano le chat anti-Salvini dei governatori del nord

Una Lega sempre più divisa, ormai quasi spaccata a metà. Da un lato Salvini e i suoi fedelissimi, sovranisti, sempre polemici, battaglieri a intermittenza contro l’esecutivo Draghi. Dall’altra, governatori e ministri del Carroccio, molto più vicini ormai al premier che al segretario del partito. Con i presidenti delle Regioni sempre più lontani, decisi a imporre “la linea del Nord”, come la chiamano già i giornali, e spostare la Lega più verso il centro che verso la destra di Giorgia Meloni. Il tutto, attraverso il più banale e prevedibile degli strumenti: le chat.

La Lega è spaccata in due: spuntano le chat anti-Salvini dei governatori del nord

Come rivelato da Il Fatto Quotidiano, infatti, è attraverso i gruppi virtuali che i governatori leghisti si coordinano e discutono della linea da adottare, a costo di scontrarsi di tanto in tanto con Salvini. “Ce n’è una ufficiale in cui ci sono tutti e sette i governatori della Lega, compresi i salviniani Nino Spirlì (Calabria), il sardo Christian Solinas e l’umbra Donatella Tesei. Ma poi ce n’è almeno un’altra cui partecipano solo i governatori del Nord: Luca Zaia, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana e Maurizio Fugatti”.

Contatti costanti, quotidiani, e la comune decisione di smentire pubblicamente Salvini all’occorrenza, correggendolo in caso di “sbandate” pericolose rispetto alla linea del governo. “I fedelissimi di Salvini, che vivono nella costante ossessione della cospirazione contro il capo, parlano di ‘riunioni carbonare’ e si insospettiscono per la sequenza sistematica delle interviste sui giornali dei Presidenti di Regione”. Dalle chat è nata la decisione di non difendere Claudio Durigon, poi dimissionario. Così come la rottura con il segretario del partito sul fronte del Green pass, con tanto di successivi appelli pubblici alla responsabilità.

MATTEO SALVINI SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGA

Un mondo parallelo, insomma, virtuale ma con ripercussioni reali, tangibili. E pesanti: Salvini ha sempre più la sensazione di essere in minoranza nel suo stesso partito, quello che fino a qualche mese fa lo acclamava come capo unico e incontestabile, e guarda con crescente timore ai sondaggi che lo vogliono già detronizzato da Giorgia Meloni. Il rischio, continuando così, è quello di cedere presto altro terreno alla rivale. E forse, anche la leadership interna.

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