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La Lega chiede la testa della Raggi: la vendetta di Salvini per il caso Siri

Tra Lega e Cinque Stelle, ormai, vale tutto. E così se Luigi Di Maio aveva chiesto le dimissioni del sottosegretario Armando Siri, indagato, al quale il ministro pentastellato Toninelli ha già tolto le deleghe, ecco arrivare la risposta del Carroccio, con il dito puntato contro Virginia Raggi. Un attacco partito dal ministro degli Affari regionali, la leghista Erika Stefani, a proposito dell’esposto di Lorenzo Bagnacani, ex ad e presidente dell’Ama Lorenzo Bagnacani (l’azienda che gestisce i rifiuti a Roma), contro la prima cittadina rivelato dall’Espresso.

“Se il contenuto delle intercettazioni del sindaco Raggi corrispondesse al vero – afferma – sarebbe la confessione di un grave reato e la chiara ammissione di una palese incapacità a governare. Per coerenza con le regole del movimento ci aspettiamo le sue immediate dimissioni”. Dello stesso avviso anche i capigruppo leghisti alla Camera e al Senato, rispettivamente Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: “Abbiamo appreso con sconcerto le ultime cronache relative all’amministrazione comunale di Roma e alla gestione di Ama. Notizie inquietanti che non possono lasciarci indifferenti”.“Se quanto riportato dalle intercettazioni corrispondesse a verità – hanno aggiunto i due – si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita. Per rispetto delle regole interne del movimento cui appartiene, sarebbe opportuno per il sindaco Raggi farsi da parte e presentare subito le dimissioni”. L’Espresso scrive di un esposto da parte dell’ex presidente Ama Lorenzo Bagnacani in cui accusava il primo cittadino capitolino di aver “esercitato pressioni indebite su di lui e sull’intero cda dell’azienda, finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali”.Secondo la denuncia del manager la Raggi lo avrebbe spinto “a togliere dall’attivo dell’azienda (il bilancio era in utile per oltre mezzo milione di euro, un dato di poco inferiore rispetto a quello dell’anno precedente) crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili con l’unico obiettivo – sostiene Bagnacani – di portare i conti di Ama in rosso”. Nell’indagine sui conti di Ama risulta indagato il dg del Campidoglio, Franco Giampaoletti, per il reato di tentata concussione.

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