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La lunga lista dei reati dimenticati da Salvini quando era al Viminale

Una polemica odiosa, quella che ha visto Matteo Salvini andare subito all’attacco, sugli echi della dolorosa morte del ragazzo di 24 anni, Luca Sacchi, che ha perso la vita nelle scorse ore nella capitale a seguito di un colpo di pistola, per cause ancora da accertare. Il leader della Lega, in attesa che venga fatta chiarezza (sotto interrogatorio due giovani fermati), ha approfittato dell’accaduto per andare contro il governo.

Da ex ministro dell’Interno fa ancora più male vedere tutta l’insicurezza della capitale governata dai 5 Stelle e i tagli disastrosi che Renzi, Conte e Zingaretti fanno al fondo per le forze dell’ordine” è stato l’affondo. Al quale sono seguiti poi un messaggio di solidarietà inviato alla famiglia della vittima e la puntualizzazione sulle colpe di un governo che, a dire del leader del Carroccio, taglia la sicurezza. Una frase suonata strana a chi ricorda come proprio Salvini sia stato al centro di lunghe polemiche con le forze dell’ordine per gli stipendi non pagati, per non parlare del blocco del turnover che risale al governo Berlusconi (2008-2011). E alla quale molti utenti hanno risposto ricordando come, anche sotto il ministero Salvini nel governo gialloverde, gli episodi di violenza nella capitale erano stati tanti, eclatanti.La morte di Desiree Mariottini, trovata senza vita a 16 anni nel quartiere san Lorenzo a Roma il 19 ottobre 2018. Il ferimento del nuotatore Manuel Bortuzzo, vent’anni, nel febbraio 2019. Un colpo d’arma da fuoco costato all’atleta la paralisi. La morte a luglio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, vicenda sulla quale tra l’altro diversi profili social riconducibili alla Lega alimentarono la bufala che voleva due nordafricani responsabili del delitto (circostanza poi smentita).

Per non parlare di altri casi simili, andati in scena in strada, in mezzo alla folla, andati in scena fuori dalla capitale, come il ferimento a Napoli della piccola Noemi, una bambina di 4 anni. Un gioco sciocco, quello di rinfacciare al ministro dell’Interno di turno le colpe per episodi di violenza che avvengono nelle città italiane. Al quale Salvini si ricorda di giocare soltanto quando è prudentemente all’opposizione.

L’Italia è ancora in fuga: sempre più giovani corrono all’estero