Era stato un anno orribile quello di Gilberto Benetton, scomparso a 77 anni dopo che di recente le sue condizioni di salute si erano aggravate. Un uomo capace di perfezionare un impero dagli interessi diversificati, ben oltre i noti maglioni colorati di famiglia, lontano dalle telecamere e dalla notorietà fino al drammatico crollo del ponte Morandi a Genova. Lì, parlando al Corriere della Sera, aveva assicurato di voler andare fino in fondo nella ricerca delle responsabilità, lui che era l’unico dei fratelli Benetton presenti nel consiglio del gruppo Autostrade. Non abbastanza per sottrarsi all’odio di social spietati, con gli utenti a riempire lui e i suoi parenti di insulti. Un odio che non si è fermato nemmeno di fronte alla morte.
La notizia della scomparsa di Gilberto ha però riacceso la rabbia degli utenti italiani verso una famiglia che, dalla tragedia del ponte Morandi in poi, era stata colpita da odio e feroci accuse, una storia imprenditoriale completamente ribaltata. “Anche i ricchi piangono. Ma no, questi non piangono, faranno un cenone” si legge così, tra i tanti commenti. “So’ state le maledizioni di ponte de Genova, speriamo che funzionino per tutta la stirpe”. “Fantastico! Spero che abbia sofferto. Adesso tocca alla sua schiatta infernale di parassiti”. “Ogni tanto muore pure uno di questi dannati scrocconi. Benetton, famiglia di oligarchi italiani che hanno lucrato con le privatizzazioni farlocche”. E via così, in un crescendo senza fine.Ponte Morandi, a sorpresa il progetto di Autostrade: in nove mesi tutto pronto