Vai al contenuto

Una nuova guerra fredda: la mossa di Trump, la reazione di Putin. Una partita a scacchi che spaventa il mondo

Una notizia che sta terrorizzando il mondo, con i giornali di ogni latitudine a scrivere già di “una nuova guerra fredda” dopo l’annuncio del Segretario di Stato americano Mike Pompeo del ritiro degli Usa dall’accordo sulla limitazione delle armi nucleari “Inf”. Una notizia che ha subito scatenato la reazione del presidente russo Vladimir Putin, che ha risposto: “la Russia farà altrettanto”.

In una riunione con i ministri degli Esteri e della Difesa della Federazione russa, il presidente ha elencato una serie di mosse che Mosca prenderà nel settore delle armi nucleari a medio raggio (quelle che rientrano nell’Inf), accettando fra l’altro la proposta del ministro della Difesa Shoigu di avviare la produzione di un nuovo missile nucleare supersonico a gittata intermedia. “Forniremo una risposta speculare – ha detto Putin – i partner americani hanno annunciato la sospensione della loro partecipazione al trattato e anche noi la sospenderemo”. Pompeo aveva motivato l’abbandono dicendo che “la Russia ha messo ripetutamente a rischio la sicurezza degli Stati Uniti. Non ci lasceremo più limitare da un trattato che Mosca continua a violare spudoratamente”. Lo stesso presidente Trump, con un tweet aveva confermato che gli Usa andranno avanti “con lo sviluppo di nostre opzioni militari, lavorando con la Nato per negare ai russi ogni vantaggio derivato dal loro comportamento illegale”. Gli Usa accusano la Russia di aver violato l’accordo in almeno trenta diverse occasioni.Così è venuto a mancare un trattato trentennale firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, che aveva segnato la prima tappa del disgelo fra Russia e Stati Uniti.  Sotto accusa ci sono oggi i missili russi Navator 9M729 con gittata tra i 500 e i 5000 chilometri apparsi per la prima nel 2015. In grado di colpire l’Europa occidentale e, se collocati in Siberia, potenzialmente capaci di raggiungere anche la costa occidentale degli Stati Uniti.Per gli analisti vero scopo di Trump oggi non è tanto litigare con Mosca, ma usare l’uscita dal trattato per forzare la Cina che ne è libera a firmarne uno analogo. Pechino ha finora sempre rifiutato di aderire all’Inf perché la costringerebbe a distruggere il 95% dei suoi missili che invece le servono a cementare il dominio sul Pacifico occidentale. Cancellare il trattato dunque per Washington può significare non solo trovare un modo di arginare i cinesi. Ma anche di imbrigliare i nemici di sempre, Corea del Nord e l’Iran.

Conte ha studiato da vero premier: Salvini, ora, si ritrova il nemico in casa