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E se Conte alla fine si defilasse? I 5stelle lo pressano: “È troppo autonomo”

Un Giano bifronte che da un lato, a Parlamento europeo, mostra i muscoli al nemico-amico leghista e vota deciso contro Orban e, sul fronte interno, si schiera invece sorprendentemente a favore del leader ungherese. Come la divinità romana, il Movimento Cinque Stelle mostra i suoi due volti senza temere accuse di incoerenza: il 12 settembre scorso, i pentastellati avevano infatti scelto di schierarsi a favore dell’attivazione dell’articolo 7 del Trattato Europeo nei confronti di Viktor Orban, una misura che prevede la possibilità di comminare sanzioni gravi contro gli Stati che non rispettano i valori fondanti dell’Unione). Una scelta di rottura rispetto a quella di Salvini, schierato a difesa dell’amico (i due si erano da poco incontrati a Milano) finito sulla graticola. Coerente con quanto annunciato giorni prima da Alessandro di Battista: “Le politiche migratorie di Orban vanno contro gli interessi italiani, quindi Orban non può essere mio alleato”. Poi, l’improvviso dietrofront.

In una mozione arrivata alla Camera e firmata da Lega e Movimento Cinque Stelle, i cinquestellati hanno infatti scelto di prendere una posizione ben diversa rispetto a quella di qualche settimana fa. A rivelarlo è La Stampa, che ha pubblicato il testo integrale della mozione con la quale il governo si impegna a fare due cose: la prima è “attivarsi per la protezione e promozione dei valori su cui si fonda l’Unione”. La seconda, ben più importante, impegna l’esecutivo Conte a verificare se sussisteranno i motivi per la procedura d’infrazione: gli stessi motivi che il M5S in Europa ha appena deciso che sussistono. Il risultato è quello di mettere pressione sul premier Conte per convincerlo a rimettere in discussione le sanzioni disposte da Bruxelles. Il governo dovrà infatti “attivarsi affinché il Consiglio dell’Unione accerti che i motivi che si ritiene siano all’origine delle procedure di cui all’articolo 7, paragrafo 1, del Trattato nei confronti dell’Ungheria non siamo venuti meno e, nel caso non fossero più validi, affinché sia chiusa celermente la procedura stessa, in quanto infondata”. Una distensione improvvisa tra gialli e verdi, dopo lo scontro al Parlamento Europeo, per riportare all’ovile Conte, i cui tentativi di ricavarsi una certa autonomia spaventa gli alleati di governo. All’ultima cena tra leader europei a Salisburgo, il premier ha fatto i conto con un’Ue chiusa nei confronti del nostro Paese e decisa a isolare i sovranisti all’interno dei singoli stati. Lega e Movimento Cinque Stelle vogliono evitare a tutti i costi che Giuseppe cada in tentazione.

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