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Zelensky alla Camera, Salvini punge Draghi: “Quando si parla di armi fatico ad applaudire”

La videoconferenza di Volodymyr Zelensky di fronte al Parlamento italiano si è conclusa senza particolari colpi di scena. Stavolta il presidente ucraino ha evitato paragoni scivolosi, come quello tra l’invasione dell’Ucraina e l’Olocausto degli ebrei che ha fatto indignare i parlamentari israeliani. A prendersi la scena, oltre a lui, è stato quindi il leader della Lega Matteo Salvini che, senza nominarlo, accusa il premier Mario Draghi di aver fatto un discorso inopportuno sulle armi. “La resistenza di Mariupol, Karkhiv, Odessa e di tutti i luoghi su cui si abbatte la ferocia del presidente Putin è eroica. Dobbiamo rispondere con aiuti anche militari alla resistenza”, aveva detto Draghi.

Matteo Salvini applaude Zelensky

“Ho apprezzato le parole del presidente ucraino. – dichiara Salvini circondato dai giornalisti all’uscita di Montecitorio – È il ringraziamento per la straordinaria accoglienza che le famiglie italiane stanno dimostrando. Parole finalmente di pace. Il fatto che la giornata sia cominciata con una telefonata con il Santo Padre è di buon auspicio perché l’uomo di Stato che più di tutti al mondo sta lavorando convintamente ed esclusivamente per la pace è Papa Francesco. Quindi parole di pace oggi in Aula. Speriamo che vengano raccolte”.

“Quando si parla di armi io non riesco a essere felice. – protesta poi Salvini senza citare Draghi – Quando in un contesto parlamentare si parla di armi e di guerra non riesco a essere felice. Che la diplomazia, come ha detto Zelensky parlando col Santo Padre, riconquisti il suo spazio. Perché se a missile si risponde con missile, se al nucleare si risponde col nucleare, la pace si allontana. E quindi contiamo che questo porti consiglio a tutti. Perché ci sono in giro troppe persone che parlano con facilità di bombe, di missili, di guerra e di armi”.

In un fermo immagine il premier Mario Draghi durante il suo intervento a Montecitorio dopo l’intervento del presidente ucraino Zelensky, Roma, 22 marzo 2022. ANSA/ TG1 ++HO – NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

“Le armi non sono la soluzione. – ribadisce il leader leghista – Aiutare il popolo ucraino a difendersi è fondamentale. È sacrosanto sostenere una battaglia di libertà e di vita accogliendo donne e bambini in fuga vera da una guerra vera, non i profughi finti a cui siamo abituati. Però la risposta dell’Occidente non può essere solo quella militare, degli eserciti e dei conflitti. Quindi bene Zelensky e bene il Santo Padre. Parlate con gli assenti di tutti i partiti. Pillon è per lavoro a Londra”. Un giornalista gli fa notare che “però Draghi ha parlato anche di aiuti militari”. La sua replica è tranchant: “Quando si parla di armi io fatico ad applaudire. Quando si parla di pace sono felice”.

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