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Referendum Giustizia, Salvini e Radicali esultano: “Vittoria”

La Corte Costituzionale dichiara ammissibili i primi quattro referendum sui sei al vaglio. La Suprema Corte presieduta da Giuliano Amato dice sì ai quesiti referendari che riguardano legge Severino, separazione delle carriere dei magistrati, riduzione del ricorso alla custodia cautelare in carcere e metodo di elezione dei membri del Csm. Esultano i promotori del referendum, la Lega di Matteo Salvini e il Partito Radicale, uniti per una volta in una strana alleanza.

Referendum giustizia, Salvini e i Radicali esultano

“Primi quattro referendum sulla giustizia dichiarati ammissibili e presto sottoposti a voto popolare: vittoria”, esulta senza mezzi termini il leader leghista su Twitter pochi minuti dopo la notizia dell’approvazione dei primi quattro referendum sulla giustizia. “I cittadini sono chiamati alle urne. – gli fanno eco  Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito Radicale – Sarà una primavera di liberazione, se gli organi di informazione, a cominciare da quelli del servizio pubblico, non continueranno nella scellerata campagna di evitare dibattiti veri”.

Il primo referendum approvato dalla Corte è quello che chiede di abrogare la legge Severino, nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo per chiunque abbia subito una condanna definitiva. Il secondo quesito a cui i supremi giudici hanno detto sì, chiede di abolire la raccolta delle firme per presentare la candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 03-06-2021 Roma Politica Lega e Partito Radicale depositano in Cassazione i quesiti referendari sulla Giustizia Nella foto Matteo Salvini, Maurizio Turco, Irene Testa, Giulia Bongiorno

Il terzo referendum, invece, chiede di ridurre il numero dei reati per cui è consentito il ricorso alle misure cautelari in carcere. Insomma, chi dovesse commettere un reato che non sia di violenza o di sangue, potrebbe non essere sottoposto all’arresto durante le indagini. Il quarto e ultimo quesito referendario finora approvato richiede la separazione delle carriere dei magistrati, che avrebbero così l’obbligo scegliere all’inizio della loro carriera tra la funzione giudicante o quella requirente. Poi, dovrebbero mantenere quel ruolo durante tutta la loro carriera.

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