Una strana alleanza per sfidare Papa Francesco, il pontefice scomodo a entrambi. A Donald Trump e a Carlo Maria Viganò, l’arcivescovo che in passato aveva contribuito alle dimissioni di Benedetto XVI e che per questo si era guadagnato il soprannome, presso certa stampa, di “Sterminatore di Papi”. Il presidente Usa non a caso gli ha tributato un vero e proprio endorsement su Twitter, segno di una comunanza di intenti che vede nel comune mirino proprio Bergoglio.
Seguono passaggi in cui si parla di una frangia all’interno della Chiesa “contraria ai doveri verso Dio” e attacchi ai media mainstream. A rispondere è stato Padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica e uno dei più ascoltati consiglieri di Francesco, che in un tweet ha scritto: “Lo schema teopolitico fondamentalista vuole instaurare il regno di una divinità qui e ora. E la divinità ovviamente è la proiezione ideale del potere politico”. Aggiungendo poi: “Oggi il presidente Trump guida la lotta contro un’entità collettiva più ampia e generica dei ‘cattivi’. A volte i toni usati dai suoi sostenitori in alcune campagne assumono significati che potremmo definire epici”.
Tra i precedenti che confermano il legame tra i due, la raccolta firme del sito conservatore Lifesite (che ha pubblicato la nuova lettera di Viganò) per spingere l’arcivescovo di Washington Gregory a scusarsi con Trump, dopo aver bollato come “sconsiderate” le manipolazioni dei principi religiosi di cui il presidente Usa aveva dato sfoggio. Una strana alleanza che pare destinata a proseguire. Cementificata da un nemico comune: papa Francesco.Salvini bocciato ancora in economia: i numeri sulla disoccupazione sono falsi