La partita della discordia: Juventus e Milan non sono scese ancora in campo per contendersi la finale della Supercoppa Italiana, in programma il prossimo 16 gennaio, ma la sfida sta già facendo discutere, e non certo per questioni sportive. L’incontro si giocherà infatti a Jeddah, in Arabia Saudita, ma gli occhi di tutti in questo momento sono puntati sulla disposizione dei posti nello stadio. L’impianto, capienza 60mila spettatori, è infatti diviso in settori indicati come “singles”, riservati agli uomini, e “families”, per uomini e donne, che in Arabia Saudita possono assistere alle partite solo dall’inizio del 2018.
“E il nostro calcio si fa umiliare così per pochi milioni? – attacca Grimoldi – E il movimento calcistico femminile italiano non dice nulla? La Figc non ha niente da obiettare? Lo sport, e il calcio è lo sport più seguito in Italia, dovrebbe trasmettere valori, ma il nostro calcio quali valori trasmette? La violenza, il razzismo e la rinuncia ai nostri principi pur di monetizzare qualche spicciolo con gli arabi? Juventus e Milan si oppongano a questa vergogna. E ovviamente auspichiamo che una levata di scudi del nostro calcio avvenga adesso con l’Arabia ma anche tra tre anni per i Mondiali in Qatar se venissero annunciate analoghe discriminazioni”.
Contrario a suo tempo si era detto anche Salvini: “Come fai a giocare la finale di Supercoppa italiana in Arabia Saudita? Va bene che il business è il business, ma è un’antitesi”. Dura anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Supercoppa italiana Juve-Milan in Arabia Saudita – afferma su Facebook – Le donne possono andare solo accompagnate nel settore famiglie, da sole no, perché l’Islam non lo ammette. Quindi una donna italiana che volesse comprarsi il biglietto per vedere la partita da sola o con un gruppo di amiche, non può farlo. Ma che schifo è?”.