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Scontro Conte-Di Maio: dubbi sulla versione del leader M5S

Si avvicina la resa dei conti nel M5S tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Nelle dichiarazioni seguite alla nomina bis di Sergio Mattarella al Quirinale, il leader del M5S ha fatto più volte intendere che ci sia stato lo zampino del ministro degli Esteri dietro la bocciatura del nome del capo del Dis, Elisabetta Belloni, che sembrava ormai favorita per l’elezione al Colle. Di Maio ovviamente nega questa versione dei fatti. E ora fioccano le accuse reciproche nello scontro senza esclusione di colpi tra dimaiani e contiani all’interno del Movimento.

Conte contro Di Maio

“Quelle di Belloni e di Paola Severino erano candidature di cui avevamo discusso, sia nel fronte progressista che con il centrodestra. – dichiara Conte questa mattina al Fatto Quotidiano – Apparivano molto solide e affidabili, e offrivano l’occasione storica di portare una donna al Quirinale”. Secondo il leader pentastellato il nome della Belloni “non è mai stato eliminato” dalla rosa dei candidati. “Nel tardo pomeriggio (di venerdì 28 gennaio) Salvini aveva sciolto positivamente la riserva su Belloni, confermando la disponibilità di Giorgia Meloni”, racconta.

Giuseppe Conte nega poi con decisione di aver bruciato il nome del capo del Dis. “Assolutamente no. Ho rivisto le dichiarazioni. Né io né Salvini, né ancor prima Letta, avevamo fatto il nome della Belloni. Anche se era già ampiamente circolato dalla stampa. Con Beppe ho parlato io e abbiamo convenuto che la direttrice del Dis sarebbe stata un’ottima figura per la presidenza della Repubblica. – spiega così il senso del post di Grillo – Ma bando all’ipocrisia, questa uscita non ha avuto influenza su una partita giocata da vari politici”.

“Penso a Matteo Renzi, ma non solo Non entro nelle motivazioni, c’è stato un blocco trasversale. Dopodiché ho preso atto della posizione del Pd. Ma visto l’accordo con i Dem e con LeU, non ho mai pensato di rompere quell’asse politico per avventurarmi in una votazione che si presentava problematica anche nei numeri”. Poi, l’attacco finale al suo avversario interno: “Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità”.

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