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Omicidio Willy, Pincarelli dal carcere: “Gli ho dato solo uno schiaffo”

Chi ha ucciso Willy Monteiro Duarte? Ad ascoltare le versioni dei quattro ragazzi in carcere perché accusati del pestaggio e dell’omicidio del giovane di origini capoverdiane, sembrerebbe che non sia stato nessuno di loro. Durante la prima udienza del processo, celebrata nell’aula della Corte di Assise del Tribunale di Frosinone”, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi hanno fornito versioni contrastanti. Anche Francesco Belleggia non ha ammesso nessuna colpa. Stesso copione per Mario Pincarelli che, dal carcere romano di Regina Coeli, ammette di aver dato solo uno schiaffo a Willy.
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La versione di Mario Pincarelli

“All’inizio di questa esperienza non capivo nulla, non riuscivo neppure a comprendere i motivi del mio arresto. – racconta Mario Pincarelli alla Adnkronos – Mi sentivo dentro un frullatore. Avevo la testa vuota e allo stesso tempo piena di tutto. Non so come dire, solo una grande confusione. Dalla televisione prima e dal mio avvocato poi ho capito cosa era successo, ho saputo che era morto un ragazzo di nome Willy. Sono stato male, e tanto”.

“Mi dispiace per la mia famiglia, per mia madre, per mio padre e mia sorella. – prosegue Mario Pincarelli nel suo racconto – Ripenso spesso a quello che è successo. Ci penso ogni sera prima di chiudere gli occhi, penso a Willy e prego per lui, la sua famiglia e anche per la mia. Se potessi tornare indietro, farei di tutto per evitare quello che è successo e soprattutto per evitare di essere coinvolto, me ne andrei a casa, come volevo fare”.

“Per la prima volta ho guardato negli occhi la mamma e la sorella di quel ragazzo. Ho cercato il loro sguardo in Tribunale. Ho voluto fargli sapere che mi dispiace per ciò che è successo. E gliel’ho detto in aula, ma non sono bravo a parlare e ho detto meno di ciò che avrei voluto dire”, rivela Pincarelli. “Io non lo so chi abbia colpito Willy, ero di spalle. Chi lo ha fatto ha sbagliato, nessuno merita di morire in quel modo. Non penso però che ci fosse la volontà di ucciderlo. Non credo che Marco, Gabriele o Francesco avessero avuto questa intenzione. Non ho ucciso io Willy. Gli ho dato solo una pizza quando mi hanno dato una spinta. Tutti sbracciavano e mi ci hanno fatto cadere sopra. È stato in quel momento che l’ho colpito con uno schiaffo”, conclude Mario Pincarelli.

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