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L’affronto della Germania a Giorgia Meloni sul Mes

Il fondo salva Stati, più noto come Mes, potrà essere ratificato in Germania. La Corte costituzionale tedesca ha infatti respinto il ricorso di sette deputati liberali contro una legge che permette le modifiche di questo strumento finanziario. Secondo le motivazioni della sentenza della Corte, i ricorrenti non avrebbero spiegato in modo esauriente in che modo i loro diritti sarebbero lesi.  Il presidente della Repubblica tedesca a questo punto potrà firmare la legge. Un bel problema anche per Giorgia Meloni e il suo governo.

La decisione della Germania sul Mes mette nei guai la Meloni

Il verdetto emesso dalla Corte di Karlsruhe spiana dunque la strada alla ratifica del fondo salva Stati da parte di Berlino. Così l’unico Paese a non averlo ancora fatto resterebbe l’Italia. Il nostro Paese si oppone infatti da anni alla ratifica del Mes. Prima c’è stata la netta contrarietà del M5S durante i due governi guidati dal leader pentastellato Giuseppe Conte. Secondo i grillini, infatti, il fondo salva Stati rappresenterebbe uno strumento vessatorio nei confronti di tutti gli Stati membri dell’Unione europea.

Stesso discorso per il governo di centrodestra attualmente al potere. Il sottosegretario all’Economia di Fratelli d’Italia, Lucia Albano, sostiene infatti che “le condizioni del fondo sono eccessivamente stringenti”, ma respinge con sdegno le accuse di fare un’opposizione ideologica a questa misura. Al contrario, il ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva rassicurato i partner europei sul fatto che l’Italia avrebbe ratificato al più presto il Mes.

“Qualcuno informi il ministro Giorgetti che la decisione della Corte Costituzionale tedesca è arrivata: è stato bocciato il ricorso contro il Mes, non sussiste traccia di incostituzionalità. – protesta intanto Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera – Ora la Germania potrà ratificare il trattato, sfruttando un’ulteriore potente forma di sostegno alla propria economia. Cosa aspettiamo qui in Italia a fare altrettanto? 37 miliardi per la sanità, per decongestionare i pronto soccorso, ridurre realmente le liste di attesa, immettere fondi cospicui nella formazione del personale sanitario sono forse elementi poco sovranisti per procedere spediti? Siamo rimasti solo noi: invece di bocciare la nostra mozione che ci metteva al pari dell’Europa, anziché parlare di Pos e contanti riesce questa maggioranza a farsi carico dei bisogni del Paese?”, conclude il fedelissimo di Carlo Calenda.

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