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Un continente nero di rabbia: l’Africa contro Salvini, le pesanti accuse al leader del Carroccio

Un accostamento, quello tra richiedenti asilo e schiavi, che ha fatto imbufalire le istituzioni africane, irritate dalle parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini e ora decise nel pretendere le scuse del vicepremier. Una richiesta arrivata dall’Unione africana (Ua) dopo le frasi pronunciate dal numero uno del Carroccio al vertice di Vienna. L’Ua, di cui fanno parte tutti i 55 Stati africani, ha chiesto ora il conto: “Negli interessi di un impegno costruttivo nel dibattito sulla migrazione tra i due continenti, l’Unione africana chiede al vice primo ministro italiano di ritrattare la sua dichiarazione dispregiativa sui migranti africani”. Non è la prima volta che Salvini si trova ad affrontare polemiche simili, ma finora il teatro dello scontro era rimasto l’Unione Europea, senza varcare i confini.

Chiamato in causa dall’Unione africana, il ministro ha risposto sostenendo che le sue parole sarebbero state mal interpretate. “Non c’è niente di cui scusarmi – ha prontamente risposto Salvini – e smentisco qualsiasi equiparazione tra immigrati e schiavi, anzi, le mie dichiarazioni a Vienna erano a difesa dei migranti che qualcuno vuole usare come schiavi”. Un equivoco, insomma, secondo il leader della Lega, che ha poi precisato ulteriormente: “Se qualcuno volesse pensar male, forse c’è stato un difetto della traduzione francese”. L’episodio incriminato era arrivato quando Salvini, durante una conferenza sull’immigrazione, aveva detto “l’Italia non ha l’esigenza di nuovi schiavi”. Parole non gradite dal ministro degli Esteri lussemburghesi Jean Asselborn, esploso in una parolaccia. Nel chiedere le scuse del ministro dell’Interno italiani, gli Stati africani hanno ricordato la “diaspora” dei nostri connazionali, quando tra il 1861 e il 1976 più di 26 milioni di persone emigrarono nel Continente Nero alla ricerca di una vita migliore. “Ed è documentato che l’Italia ne ha tratto beneficio attraverso le rimesse e il commercio” fa notare l’Unione africana.