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Lazio, scuole nel caos. L’allarme dei presidi: “Mancano banchi e insegnanti”

Nel caos che segna la ripartenza della scuola, con presidi e docenti a districarsi in un marasma di divieti, imposizioni e tanta, troppa improvvisazione da parte delle istituzioni, ci sono Regioni che rischiano di pagare un conto molto più salato di altre. Tra queste il Lazio, dove a una settimana dalla riapertura a farla da padrone è ancora il caos. A fare il punto della situazione in queste ore è stato il dirigente scolastico del Pio Ix di Roma Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi della capitale e del Lazio, che attraverso le pagine del Corriere della Sera ha analizzato una situazione di totale confusione.


“Ci sono stati sicuramente errori di comunicazione nelle azioni messe in campo dalla ministra Azzolina e dal governo per la riapertura delle scuole – ha spiegato Rusconi – Dal ministro della Salute, per fare un esempio dei una dichiarazione priva di un fondamento organizzativo serio, è stato detto che ci si affidava alla buona volontà degli insegnanti e dei presidi per i test sierologici. Ora stiamo vedendo che molti test sono risultati positivi. Allora andava esteso obbligatoriamente a tutti”. In un dibattito “condizionato dai prossimi appuntamenti elettorali”, quel che è certo è che a mancare sono banchi e insegnanti. 
“Olte al problema dei banchi ce n’è un altro, a monte, che riguarda gli spazi. Il 20-30% delle scuole non possono permettersi questo distanziamento. Sono vecchie: il 56% è precedente agli anni ’70. E poi dieci anni fa, con delle norme insensate è stato stabilito che bisognava risparmiare tra gli otto e i dieci miliardi di euro attraverso l’accorpamento delle classi, le famose ‘classi pollaio’. Pensare di poter risolvere tutto questi giganteschi problemi nel giro di pochi mesi è un’idea fantascientifica”. Ma come faranno le scuole a riaprire le proprie porte agli alunni se, di fatto, le classi non sono a norma e gli insegnanti non abbastanza per coprire tutte le fasce orarie stabilite dal ministro Azzolina? Secondo Rusconi si andrà incontro a un avvio a singhiozzo, inevitabile vista la situazione di difficoltà degli istituti: “Fino a ottobre non avremo un orario definitivo. Ci sono pochi mezzi e ci saranno poche ore, non potremo garantire il tempo pieno”. Un disastro annunciato, insomma, soprattutto per le famiglie, che dovranno fare i conti con orari assurdi e con una situazione di totale incertezza all’interno della quale tutto potrebbe cambiare da un giorno all’altro. Più che un ritorno sui banchi, insomma, un calvario. Sotto la regia, più disattenta che mai, di Lucia Azzolina.

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