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Ucraina, l’ex premier contro Berlusconi: “Era l’amico più intimo di Putin”

Arseny Yasteniuk è stato primo ministro dell’Ucraina dal 2014 al 2016, subito dopo la rivoluzione di piazza Maidan. Intervistato in esclusiva dall’Adnkronos, l’ex premier di Kiev accusa l’Europa di aver cambiato idea troppo tardi sul conto del presidente russo Vladimir Putin, contribuendo così a far scoppiare la guerra nel suo Paese. Yatseniuk punta il dito in particolar modo contro Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha la grave colpa di aver fatto da cattivo esempio per tutti, in quanto considerato “l’amico più intimo di Putin”.

Silvio Berlusconi e Vladimir Putin

“Berlusconi era l’amico più intimo di Putin. – attacca subito a testa bassa Yatseniuk – Il mondo intero sapeva che erano amici intimi, e ha reso l’Italia amica sia di Putin che della Russia, adottando una politica statale di avvicinamento dell’Italia alla Russia. La stessa cosa è accaduta in diversi Paesi dell’Unione Europea, ad esempio la Germania e la Francia”. Poi, aggiunge, dal 24 febbraio, giorno di inizio dell’invasione russa, l’Europa ha cambiato improvvisamente idea, “e anche l’amico di Putin, Berlusconi, lo ha condannato”.

Yatseniuk non ha invece nulla di negativo da dire “sul vostro nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi, che sta facendo i passi giusti per liberare l’Italia dalla dipendenza russa dal gas”. Purtroppo però, aggiunge preoccupato, il ritardo nel comprendere il pericolo rappresentato da Putin sta avendo “un prezzo elevato, che oggi pagano l’Ucraina e gli ucraini. Se l’Ucraina avesse ricevuto il Piano d’azione per l’adesione alla Nato nel 2008 e io da premier avessi firmato la petizione, oggi non ci sarebbe guerra”.

Per quanto riguarda il possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato, Yatseniuk ricorda che “è noto a tutti che nel 2008 la Germania e la Francia hanno bloccato la decisione di fornire all’Ucraina il piano d’azione per aderire alla Nato. La spiegazione di coloro che dissero di no, allora, fu ‘non serve far innervosire la Russia. Ma la Russia ha letto questo diversamente. Ovvero: l’Occidente è debole. E Putin può fare tutto ciò che vuole perché l’occidente non reagirà. E quindi ha attaccato la Georgia e l’Ucraina”, conclude.

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