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Francia, tonfo di Le Pen alle Regionali. L’ultradestra e i sovranisti non vanno più di moda

In Francia 2 aventi diritto su 3 non sono andati a votare al primo turno delle elezioni regionali. Nuove record negativo di astensione, dunque: percentuali così basse si erano viste solo per certi referendum, mai per elezioni politiche. Il dato che emerge più di ogni altro, oltre l’astensione, è la batosta di Marine Le Pen. Il Rassemblement national, infatti, è andato molto meno bene del previsto e quindi potrebbe mancare quella presidenza di regione che cerca da tempo per darsi un tono più istituzionale. (Continua a leggere dopo la foto)

Come riporta il Corriere, in Francia per adesso gli unici soddisfatti sono gli uomini della destra gollista, i Républicains, o chi è uscito dal partito di Sarkozy rimanendo però in quell’area politica come Xavier Bertrand, il presidente della Regione settentrionale Hauts-de-France che verrà con ogni probabilità riconfermato. Bertrand è il protagonista del capolavoro politico della giornata, e non a caso è stato tra i primi a prendere la parola, con toni solenni e marziali, già da candidato alle prossime presidenziali (primavera 2022). (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo le prime stime Bertrand arriva al 44% dei voti, largamente davanti al candidato lepenista Sébastien Chenu fermo al 24,4%, che invece i sondaggi davano molto più in alto. In terza posizione la candidata ecologista sostenuta dalla sinistra Karima Delli con il 18%. La lista di Laurent Pietraszewski sostenuta da Lrem, il partito di Macron, non supera la soglia del 10% e quindi non si qualifica per il secondo turno. (Continua a leggere dopo la foto)

Come Macron, anche l’altra favorita per le presidenziali 2022, Marine Le Pen, raccoglie un cattivo risultato. Ma se Macron se lo aspettava, per Marine Le Pen è una sorpresa. I sondaggi davano i suoi uomini in testa in almeno cinque regioni, ma alla sua portata invece rimane solo la Paca (Provence-Alpes-Côte d’Azur) dove l’ex ministro di Sarkozy, Thierry Mariani, sostenuto dal Rassemblement national, non è ancora del tutto fuori gioco contro Renaud Muselier, candidato della destra sostenuto dai macronisti.

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