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Le telefonate Patuanelli-Castellucci che imbarazzano il Movimento 5 Stelle

Le intercettazioni che vedono coinvolto l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, recentemente finito agli arresti domiciliari al termine di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Genova, si arricchiscono di nuovi capitoli. Dal peso non indifferente: nelle telefonate del manager, si parlava di un incontro con un ministro che si è poi rivelato, per ammissione del diretto interessato, il titolare dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Non un dettaglio da poco considerando i contatti istituzionali dello stesso Castellucci con il mondo della politica avevano, col tempo, mosso verso una direzione ben precisa: Alitalia. 


Uscito nel frattempo sia da Aspi che da Atlantia, secondo il gip Paola Faggioni Castellucci trattava agli inizi del 2019 un investimento di 350 milioni in cambio della blindatura della concessione autostradale, messa in discussione dopo la tragedia del Ponte Morandi. In una serie di telefonate con Joerg Eberhart, amministratore di Air Dolomiti controllata da Lufthansa, Castellucci chiedeva un gradimento preventivo per eventuali ruoli di vertice in Alitalia, in modo da presentarlo a un “imminente incontro con un ministro “che mi aveva chiesto di aiutarlo e se ero disponibile”. Figura che, appunto, si è poi rivelata essere Patuanelli. 
Il ministro, dal canto suo, pur confermando i contatti ha negato categoricamente di aver proposto “alcun mandato o incarico”. Il tutto, secondo Patuanelli, sarebbe comunque successo nel periodo in cui “Atlantia era parte della cordata che doveva rilevare Alitalia, nonostante Castellucci avrebbe poi interloquito”anche con Lufthansa per qualche tempo dopo la sua uscita da Atlantia”. Uscita che, è bene ricordare, risale al settembre del 2019, quando il manager intascò una ricchissima buonuscita da 13 milioni di euro prima di lasciare il posto. Considerando che Patuanelli era diventato ministro il 5 settembre, giorno del giuramento del Conte-bis, i due avrebbero potuto incontrarsi, teoricamente, soltanto nel lasso che va dal 5 al 13 del mese, quando il primo si era già insediato e il secondo era ancora all’interno della società. Perché, dunque, Castellucci avrebbe espresso la volontà di incontrare Patuanelli un mese dopo, il 24 ottobre?
Il mistero sul reale contenuto di quelle conversazioni resta. Vero, nel frattempo il clima tra il governo e Castellucci era mutato, come confermato dai contatti anche con la senatrice del M5S Giulia Lupo, ex hostess Alitalia, che ha ammesso dei confronti fatti a partire dall’estate 2019 “perché occupandomi della riforma del trasporto aereo sono un riferimento sul tema Alitalia”. Specificando, però, che non era mai stato toccato il tema Autostrade, “altrimenti mi sarei alzata e me ne sarei andata”. Ma resta comunque il dubbio sul reale contenuto dei confronti tra il manager e Patuanelli. Quel che è certo, in attesa di nuovi sviluppi delle indagini, è che nel frattempo il metodo Castellucci ha fatto tramontare definitivamente l’ipotesi revoca delle concessioni e che i Benetton trattano con il governo una comoda soluzione di cordata. Niente male davvero.

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