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“Così salvano la Lega”. Truffa sui rimborsi elettorali, arriva la svolta per il Carroccio

Il sequestro dei soldi ma allo stesso tempo la sopravvivenza della Lega. Accordo quasi raggiunto tra il Carroccio e la procura di Genova, una trattativa che potrebbe concludersi a breve: l’intesa sulla quale si sta negoziando in queste ore prevede il recupero dei fondi provenienti dalla truffa consentendo però il pagamento degli stipendi ai dipendenti. Come spiega il Corriere della Sera, per riuscirci il partito di Matteo Salvini è pronto a mettere a disposizione dei magistrati, coordinati dal procuratore Francesco Cozzi e dall’aggiunto Francesco Pinto, un conto corrente “dedicato” dove far confluire tutte le entrate, compresi i rimborsi elettorali del marzo scorso. Da lì verrebbero effettuati prelievi fino a raggiungere quota 49 milioni di euro, quelli che secondo la sentenza di condanna dell’ex tesoriere Francesco Belsito e dell’ex segretario Umberto Bossi sarebbero stati truffati tra il 2008 al 2010, ottenendo rimborsi elettorali non dovuti.

A oggi sono stati bloccati 3 milioni, un provvedimento confermato dal tribunale del Riesame nonostante le proteste del partito. Il pubblico ministero ha ricevuto la delega a eseguire il sequestro preventivo ai fini di confisca, prendendo “le somme presenti e anche quelle che confluiranno in futuro sui conti correnti e sui depositi bancari intestati o riferibili al Carroccio fino al raggiungimento dell’intera cifra”. Il tutto nonostante i tentativi dei legali della Lega di dimostrare come i soldi fossero “contributi di eletti, donazioni di elettori e del 2 per mille della dichiarazione dei redditi, somme lecite e con un fine costituzionale: consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese”. Alla fine si è scelta la mediazione con i magistrati, per evitare il blocco di ogni futuro introito. 

I passi avanti sono stati rapidi e decisi: i beninformati parlano di una bozza di accordo con il dettaglio delle somme minime da versare ogni anno, in modo da stabilire un tempo massimo per raggiungere il risultato. Tutte le condizioni sono state elencate e, a meno di clamorose retromarce, nel giro di qualche ora si potrebbe siglare il patto con la comunicazione del numero di conto dove far confluire i soldi. Il tutto mentre proseguono gli accertamenti per scoprire che fine abbiano fatto i finanziamenti e se davvero una parte consistente (si parla di 10 milioni di euro) sia stata trasferita in Lussemburgo, come emerso dalle ultime verifiche effettuate dalla guardia di finanza.