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Trivelle, Tav & co. Il governo delle divisioni, Lega e M5S sempre più lontani (e sempre più rivali)

Non c’è solo la Tav ad animare le nottate del governo gialloverde, provocando divisioni e accuse reciproche. Matteo Salvini ha escluso di affidare il verdetto sull’Alta velocità Torino-Lione all’analisi costi-benefici della task force voluta dal ministro Danilo Toninelli, presentando i suoi personalissimi numeri. Da un dossier di una trentina di pagine, messo a punto con tecnici sia del ministero sia francesi, emerge che “la Tav va fatta, perché sono maggiori i costi per sospenderla rispetto a ultimarla”.


In realtà, spiega il Sole 24 Ore, i lavori per il tunnel sono cominciati e da parte francese sono quasi ultimati. Di qui la necessità, rimarcata da Toninelli, di condividere prima con i francesi e l’Ue i risultati dell’analisi costi-benefici. Il tempo stringe. Lunedì alla Camera arriva la mozione pro Tav di Forza Italia, ma per il voto passeranno almeno altri dieci giorni. Una parentesi durante la quale Lega e M5S lavoreranno a una possibile mozione di maggioranza che però, dopo il messaggio di Salvini, è tutt’altro che scontata.Ma il braccio di ferro tra i due alleati è esploso anche sul caso trivelle: “Tutte le richieste di permessi di trivellazione che arriveranno sulla scrivania del ministro dell’Ambiente non verranno firmate” è la risposta dell’entourage di Sergio Costa all’attacco di Angelo Bonelli dei Verdi, secondo cui l’emendamento al decreto semplificazioni approvato nelle commissioni al Senato autorizza di fatto nuove trivellazioni.Due fuochi già divampati ai quali va aggiunto, poi, il caso del processo a Salvini per il caso Diciotti. I Cinque Stelle sono orientati verso il sì, la Lega al momento non pretende a parole nulla di diverso. Ma la tensione è palpabile. Una partita nella quale entrano poi le regionali in Piemonte e le europee, in uno scontro sempre più acceso tra due partiti mai sembrati così lontani.

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