Il nome di Mario Draghi ha – per quanto tutti sapessero che prima o poi sarebbe spuntato davvero fuori – sembra aver scosso tutti. Ogni partito si è diviso, ogni coalizione si è smembrata. Non solo il Movimento 5 Stelle, di cui ora Grillo sta cercando di tenere insieme i cocci, ma anche la Lega. Dietro le nuove immagini di Giorgetti e Salvini sempre insieme si nasconde in realtà una spaccatura insanabile, e ora negli ambienti del Carroccio si parla addirittura di possibile scissione. Una scissione che se non è nei fatti, è sicuramente nella sostanza. Perché il Capitano ormai è stato messo in minoranza. Nella riunione del partito per decidere il da farsi con Draghi, si è tenuto una sorta di mini-congresso, dove le posizione no-Europa e sovraniste di Salvini sono state schiacciate dal pragmatismo e dalla “Lega di governo” che vogliono Giorgetti e Zaia.
La “Lega del Nord”, dunque, ha vinto sulla “Lega per Salvini premier”, le due anime di nuovo divise. Non sono un caso, infatti, le parole di Luca Zaia al Corriere: “Sono sicuro che Matteo Salvini saprà muoversi con senso di responsabilità nei confronti del paese, e anche responsabilità nei confronti della nostra identità. Salvini affronterà il colloquio con Draghi mettendosi al tavolo per verificare se davvero un nostro appoggio possa essere concreto. E il famoso tema dei punti fondamentali: si va al tavolo per verificare se sia possibile lavorare. Draghi? È un personaggio di indiscusso standing internazionale. È innegabile e saremmo poco onesti intellettualmente se non lo dicessimo: è l’uomo che ha riscattato l’immagine dell’Italia attraverso tutta la sua carriera in particolare nei suoi otto anni di presidenza della Bce. E nemmeno è soltanto questione di curriculum”.