Vai al contenuto

Legge elettorale, la maggioranza trova l’accordo: sì a proporzionale “corretto”

Sulla legge elettorale la maggioranza sembra aver deciso per un sistema elettorale proporzionale con correzioni per evitare la frammentazione. Viene quindi definitivamente escluso un sistema maggioritario, compreso il doppio turno proposto inizialmente dal Pd. Lo conferma il ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà al termine del vertice sulla legge elettorale. Come scrive Repubblica, entro fine anno sarà pronta la proposta di legge della maggioranza e sarà incardinata in Parlamento per avviarne l’esame. Non si è ancora arrivati a definire se i correttivi saranno ottenuti attraverso una soglia di sbarramento nazionale (si ipotizza il 4 o anche il 5%) o attraverso le circoscrizioni medio-piccole (ad esempio un modello simil spagnolo).

La maggioranza tornerà a riunirsi per sciogliere questo ultimo punto la prossima settimana. “È stato un incontro molto positivo – ha riferito D’Incà – stiamo rispettando i tempi che c’eravamo indicati: entro fine anno sarà pronta la proposta da incardinare. Ci siamo rivolti verso un sistema proporzionale con correttivi antiframmentazione. Abbiamo fatto un grande passo avanti. Poi ci sarà la discussione in parlamento e accoglieremo le indicazioni che potranno arrivare anche dalle opposizioni”.

La nuova legge elettorale avrà un impianto proporzionale, con alcune correzioni tese a evitare la frammentazione della rappresentanza in Parlamento. È questo il risultato finale del confronto interno alla maggioranza, conclusosi con un accordo che dovrebbe soddisfare tutte le forze che sostengono il governo guidato da Giuseppe Conte. “Ora – conclude DìIncà – “non resta che attendere la discussione in Parlamento, in modo da accogliere le indicazioni di deputati e senatori, anche di quelli che siedono tra i banchi dell’opposizione”.

Il ministro non ha fornito ulteriori dettagli sulle caratteristiche del provvedimento e, in particolare, non ha spiegato se si farà ricorso a una soglia di sbarramento su base circoscrizionale, nazionale oppure “naturale”. Tramonta, dunque, la possibilità del ritorno a un sistema maggioritario o parzialmente maggioritario, soprattutto cade l’ipotesi di una legge elettorale che contempli il doppio turno, come in un primo momento avevano suggerito alcune componenti del Partito Democratico.

 

Ti potrebbe interessare anche: Zingaretti alla fine sbotta: “La sfida di Di Maio all’Europa è senza senso”