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Leonardo La Russa, i buchi nell’indagine e i presunti favori al figlio del presidente del Senato

Le indagini per stupro su Leonardo La Russa. Un articolo di Repubblica svela tutte i buchi dell’indagine e ricostruisce i fatti. Il mancato sequestro del telefono del giovane figlio del presidente del Senato è la prima e più grave falla nelle indagini. I fatti gravitano intorno ai club esclusivi della Milano dei giovani rampanti e la promessa di accesso premium, con tessere che arrivano a costare più di cinquecento euro. Sfruttando questa possibilità, Leonardo “Apache” La Russa, 21 anni, ha incontrato una sua ex compagna di liceo, di un anno più grande di lui. Musica a palla, drink e il buio. Lei si risveglia il giorno dopo nel letto di lui, in casa del presidente del Senato. E sporge denuncia per violenza sessuale. Ma cosa è successo? Oggi o domani l’interrogatorio alla ragazza. Ma perché gli inquirenti hanno sequestrato i cellulari di tutti i protagonisti della vicenda, tranne quello di Leonardo La Russa?
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Leonardo La Russa con il padre Ignazio
Leonardo e Ignazio La Russa

Le falle dell’indagine per stupro su Leonardo La Russa

A che punto è l’indagine per stupro su Leonardo La Russa. Nell’Apophis club, tra la musica techno che vibra e le luci laser che tagliano le ombre della giovane borghesia milanese, si è verificato un incontro casuale. Il 18 maggio scorso, Leonardo “Apache” La Russa, ventunenne, si è imbattuto in un’antica amica di scuola, di un anno più grande, che era arrivata al locale in stile londinese insieme a una sua amica.
I due si sono riconosciuti subito, si sono salutati e hanno iniziato a bere. Quella sera, uno degli amici di Leonardo, proveniente da Londra, era al mixer. Successivamente, per la ragazza, tutto diventa un buio. Si sveglia nuda e confusa a casa di Leonardo, che è anche la residenza del padre, Ignazio La Russa, presidente del Senato.
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Per questo motivo, il telefono di Leonardo, ora indagato per violenza sessuale, non è stato sequestrato, a differenza dei cellulari della ragazza ventiduenne e del suo amico presenti in casa quella notte. Si attende l’interrogatorio della ragazza, oggi o domani, per evitare possibili complicazioni giuridiche legate al ruolo e alle prerogative della seconda carica dello Stato.

Il verbale della denuncia

Al momento del risveglio nella casa dei La Russa, la ragazza di ventidue anni afferma di non sapere dove si trova. Nella sua denuncia del lunedì scorso, dichiara: “Ho chiesto spiegazioni perché non ricordavo nulla”. Leonardo le dice di essere “tornati a casa dalla discoteca” e di aver avuto un rapporto sessuale consensuale. La giovane cade nel panico. Contatta immediatamente l’amica che aveva lasciato al club e scrive su WhatsApp: “Dove sono? Perché mi hai lasciato sola?”. La risposta dell’amica è: “Penso che tu sia stata drogata. Stavi bene fino a quando hai bevuto quel drink. Scappa via!”. La presunta vittima scrive ancora: “Aiutami!”.
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E ricorda: “Ho chiesto di riavere i miei vestiti, che erano al piano di sotto, per andarmene”. Si rende conto di essere a casa La Russa quando, a mezzogiorno, “Ignazio La Russa si è affacciato in camera e, vedendomi nel letto, è andato via”. Qualche giorno dopo, Leonardo la contatta su Instagram. Lei non risponde alla chiamata perché ha paura. Queste e altre conversazioni saranno ora analizzate dagli investigatori. Successivamente, la ragazza contatta sua madre e insieme si recano al centro Antiviolenze della clinica Mangiagalli. Dopo quaranta giorni, l’avvocato Stefano Benvenuto presenta la denuncia, e il procuratore aggiunto Letizia Mannella, a capo del pool “soggetti deboli”, e il pm Rosaria Stagnaro iscrivono Leonardo La Russa per violenza sessuale.

Le indagini su Leonardo La Russa

Le indagini, condotte sotto la guida del procuratore capo Marcello Viola, sono delicate e complesse. È difficile ottenere elementi utili dalle telecamere a causa del tempo trascorso dagli eventi. La squadra mobile, guidata da Marco Calì, dovrà determinare se quella notte si sia verificata una violenza sessuale o una relazione consensuale. Gli esami effettuati presso la clinica Mangiagalli hanno rilevato un’ecchimosi e una ferita alla gamba, nonché la presenza di cocaina e benzodiazepine. Non è possibile stabilire se tali sostanze siano state mescolate nei cocktail o se la ragazza le assuma regolarmente come tranquillanti prescritti dal medico.

Uno dei nodi dell’indagine è quello di accertare se il consumo di cocaina, insieme ai tranquillanti e all’alcol, abbia potuto causare la perdita di conoscenza. L’avvocato della ragazza è convinto che “il rapporto sessuale non sia stato consensuale”, mentre l’avvocato di La Russa, Adriano Bazzoni, definisce il suo racconto “confuso”. Afferma che “è un dato di fatto che trascorrere la serata insieme e recarsi a casa di La Russa sia stata una scelta condivisa”.

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