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Letizia, laureata e dislessica: “Ho creduto in me e ce l’ho fatta. A scuola mi dicevano asina”

Letizia ha raggiunto un traguardo molto importante, dopo un percorso lungo e a ostacoli. È una ragazza straordinaria e ha voluto condividere la sua storia per lanciare un messaggio molto importante. “Sono Letizia, mi sono laureata in Educazione Professionale e sono dislessica. Questo grande traguardo lo dedico a me, ma sopratutto a tutti gli studenti dislessici che pensano di non poter raggiungere i loro sogni. La scuola è dura per noi. Non leggiamo velocemente, confondiamo le lettere, inventiamo parole, non sappiamo fare calcoli mentali, non scriviamo correttamente, ma siamo dei veri guerrieri, pronti a vincere questa battaglia”. Inizia così la lettera che Letizia ha inviato a Fanpage e che in poche ore è diventata virale.

Letizia si è dunque laureata dopo aver scoperto la dislessia a 18 anni: “A scuola mi chiamavano asina. Dedico tutto questo ai professori incompetenti che mi davano dell’asino e della studentessa svogliata, voi non avete creduto in me, io invece si. A chi si trova ad affrontare un problema del genere e a chi di non potercela fare per i motivi più vari, dico: credete in voi stessi, credete ai vostri sogni, non mollate perché io ce l’ho fatta e e quindi anche voi potete farcela. Ringrazio infine te, mia cara dislessia, che mi hai reso diversa ma davvero tanto speciale”.

La storia di Letizia merita di essere condivisa, perché purtroppo in Italia di casi come il suo ne esistono milioni, cioè di ragazzi dislessici che la scuola non riesce a riconoscere e tutelare. Letizia Seminara è una ragazza della provincia di Como: a 18 anni, dopo una verifica a scuola, ha scoperto di essere dislessica. Dopo anni di difficoltà nello studio, e nel rapporto con i suoi insegnanti, ha finalmente capito la causa dei suoi problemi di apprendimento.

Nonostante questo ostacolo, a fine novembre 2019, si è laureata in Educazione professionale, un momento importantissimo nella sua vita. Anche noi le facciamo i nostri migliori auguri e speriamo davvero che la sua storia possa essere da esempio non solo per i tanti ragazzi che stanno provando a farcela con le unghie e con i denti, ma anche per i tanti insegnanti che dovrebbero affinare la loro sensibilità.

 

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